Outlook for the Alps

31 gennaio 2013

Conference Proceedings, Outluk for the Alps, National Simposium of Cipra Austria, 19 september 2011, Vienna

Sono gli atti (pubblicati anche in francese e tedesco) di una  conferenza dedicata al rapporto tra la Convenzione delle Alpi e la strategia macro-regionale alpina. W. Steitenberger, capo della Direzione Politiche regionali della Commissione UE, ha messo ben in chiaro che la costituzione di una macroregione significa solo attivare una visione e una strategia di coordinamento e di cooperazione senza nessuna nuova sovvenzione, nessuna nuova legge, nessuna nuova istituzione, ma solo un “uso inclusivo e coerente degli strumenti europei esistenti”, a cominciare dall’interreg IV-B Spazio Alpino. Perciò ha preferito parlare di “Strategia macro-regionale” alpina. Marco Onida ha illustrato il possibile contributo della Convenzione delle Alpi a tale strategia e ha affrontato il nodo principale della questione: macro-regione solo alpina (cioè nei confini della Convenzione, 200.000 Kmq, 17 milioni di abitanti) o macroregione basata sulle relazioni funzionali delle  Alpi con le metropoli circostanti (confini del programma Spazio Alpino, 450.000 Kmq, 70 milioni di abitanti). Mentre i funzionari della Commissione UE sono per la prima, le ragioni della seconda, sostenute da Onida e da CIPRA Austria, sono state argomentate in particolare da Werner Bätzing, che ha poi presentato una proposta intermedia.
Gli atti riportano solo un sunto della sua lunga relazione (il testo in tedesco che ci ha gentilmente trasmesso e che mettiamo a disposizione sul nostro sito). Egli parte da un’analisi storica di come in seno all’UE si sia arrivati a parlare di macro-regioni e di spazi alpini, arrivando alla conclusione che una macro-regione alpina ha senso come aggregato territoriale capace di fare massa critica per la “valorizzazione mirata delle risorse e dei potenziali specificamente alpini”  a vantaggio dei loro abitanti. Allargando semplicemente la macro-regione alle metropoli esterne, le Alpi sarebbero (come già adesso) dipendenti dai loro interessi e obiettivi (espansione  insediativa, ricreazione, sport, protezione della natura) in contrasto con la loro natura di quadro di vita e di spazio multifunzionale. Egli non nega l’importanza dei rapporti con le regioni metropolitane circostanti, ma è per una cooperazione basata su condizioni di eguaglianza. Quindi propone una strategia macro-regionale in cui la Convenzione alpina “conserva le sue competenze sulle questioni centrali legate allo sviluppo alpino”, in stretta collaborazione con il programma comunitario Spazi Alpino, che cura la cooperazione tra le Alpi e le zone perialpine.  La soluzione proposta da Bätzing non sarà facile, ma potrebbe rafforzare il ruolo della Convenzione nel promuovere la coesione territoriale della montagna alpina, la difesa dei suoi interessi e un miglior utilizzo delle sue risorse specifiche.
Beppe Dematteis

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