Manifesto e Carta di Budoia

16 ottobre 2023

A Salecina (Svizzera) in una cornice del tutto particolare l’8 settembre 2023 è nato il Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse. Situato nel comune di Maloja in Engadina, il centro culturale di Salecina è stato sede dell’ultima tappa di Carovana dei Ghiacciai 2023 di Legambiente. Questa istituzione, partorita da un’idea dei coniugi Theo e Amalien Pinkus-De Sassi, noti intellettuali di Zurigo vissuti nel secolo scorso, è un luogo di vacanze. Ma, come si racconta nel sito, è anche un luogo d’incontro internazionale per persone impegnate e attive politicamente, un luogo di sperimentazione per i movimenti progressisti, ecologici, di sinistra e di solidarietà. Ha ospitato intellettuali del calibro di Herbert Marcuse (filosofo) e Max Frisch (scrittore).

In un posto così speciale quest’anno attraverso la Carovana dei Ghiacciai si sono ritrovati alcuni tra i maggiori esperti europei di ghiacciai e clima. Per la prima volta, importanti ricercatori svizzeri, italiani, francesi, austriaci, tedeschi e sloveni, insieme a Legambiente, CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) e altri ambientalisti svizzeri si sono messi attorno a un tavolo per un confronto che è andato al di là del singolo studio o della specifica ricerca ed è scaturito il Manifesto per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse.

Nell’incontro si è convenuto che la scienza della criosfera (ghiaccio e neve) può costituire il punto di partenza per riunire molte discipline diverse come: la geologia, la statistica, l’ingegneria, le scienze giuridiche, economiche e sociali, poiché tutte si applicano a generare una migliore comprensione del funzionamento dei sistemi glaciali e delle conseguenze ambientali e sociali. Svelare i processi responsabili di questi fenomeni richiede dati e strumenti armonizzati e liberamente accessibili, che consentano una ricerca innovativa, multidisciplinare e interdisciplinare. Solo in questo modo si potrà raggiungere una visione del ghiacciaio nel suo complesso, in altre parole come una risorsa da valorizzare perché importante fornitore di molteplici servizi ecosistemici. Per quanto riguarda la riduzione delle masse glaciali è fondamentale comprendere come la criosfera agisce sul Pianeta Terra e quali sono le interferenze reciproche con l’attività umana. Specificamente nella regione alpina occorre capire qual è l’effetto principale sulle riserve d’acqua (per usi agricoli, di produzione di energia primaria, consumo umano), sull’economia (ad esempio nei settori dell’energia, del turismo e dell’agricoltura) e sulla sicurezza ambientale e umana (ad esempio in termini di frane, caduta di ghiaccio e inondazioni).

I cambiamenti climatici non conoscono confini: sono un problema internazionale. Proprio a partire dalle aree transfrontaliere che condividono le stesse unità ecologiche funzionali è necessario capire in che modo la governance e la gestione dei ghiacciai europei devono tener conto dei cambiamenti climatici. Inoltre i ghiacciai costituiscono un archivio naturale di dati e proxy climatici e ambientali, e per questo occorre chiedersi come gli impatti futuri sulla massa glaciale possano accelerare la perdita delle informazioni sul passato in essa custodite. E ancora, come misurare l’evoluzione dei ghiacciai e costruire modelli in grado di migliorare, a partire dalla dinamica glaciale, la comprensione dei cambiamenti climatici e ambientali e contribuire direttamente a prevedere il futuro della regione alpina.

Il passaggio successivo consisterà nella stesura di linee guida per i decisori politici (macroregionali, macroregionali, nazionali, regionali e sub-regionali), ad esempio per la definizione di piani per la gestione delle acque, strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, misure di mitigazione e protezione. Il coinvolgimento delle comunità locali (specialmente dei comuni) è di fondamentale importanza, poiché essi conoscono i propri territori, le proprie risorse idriche e i propri bisogni specifici, anche per una presa di coscienza collettiva e capillare del ruolo dei ghiacciai alpini. Ma soprattutto perché senza il fondamentale presidio dei comuni montani, l’attuazione di un’efficace politica di adattamento ai cambiamenti climatici diventa di fatto impossibile. Non ultimo il fatto che la conoscenza della criosfera e delle dinamiche della montagna dovrebbe indirizzare la pianificazione territoriale anche a valle.

Il manifesto nella sua peculiare articolazione, con le sue specificità si colloca su una dimensione complementare con un altro strumento fondamentale, anch’esso implementato dalla campagna: la Carta di Budoia. La Carta di Budoia per l’azione dei Comuni nell’adattamento locale ai cambiamenti climatici, scritta a Budoia (Friuli) nel 2017, è stata predisposta dall’Associazione Alleanza nelle Alpi Italia e approvata dalla Rete Internazionale di Comuni Alleanza nelle Alpi oltre che promossa dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del Mare attraverso la Delegazione italiana in Convenzione delle Alpi in collaborazione con il Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi. La sottoscrizione al documento, riproposto attraverso incontri con gli amministratori locali in tutte le tappe della Carovana, è un atto volontario, ma non per questo meno importante. Tramite questa Carta è possibile far nascere una rete di alleanze indispensabili per conseguire obiettivi globali, europei e nazionali relativamente ai cambiamenti climatici, oltre che per l’attuazione a breve e a medio termine del sistema degli obiettivi climatici alpini 2050 delle Alpi, a impatto climatico zero e resilienti ai cambiamenti climatici.

Vanda Bonardo

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