Lo sviluppo verticale di Arco di Trento

30 settembre 2013

Arco era sin dalla fine dell’800 una località turistica conosciuta e frequentata. Il paesaggio dolce e insieme aspro, il clima mite anche in inverno, l’aria tiepida e pulita ne facevano una sorta di avamposto mediterraneo tra le Alpi, apprezzato dalla nobiltà austroungarica soprattutto nel periodo invernale. Arco era la più meridionale dei “kurorte” (stazioni termali e di cura) e conobbe un periodo di prosperità interrotto solo dallo scoppio della prima guerra mondiale.
Tra le due guerre e nel secondo dopoguerra lo sviluppo economico di Arco si basò essenzialmente sull’industria manifatturiera, a differenza della vicina Riva del Garda dove cominciava a svilupparsi il turismo balneare sul lago. Anche ad Arco nascono strutture ricettive legate al turismo sanitario: il clima e soprattutto l’aria particolarmente salubre ne fanno un riferimento per la cura delle malattie respiratorie. Ma il modello entra in profonda crisi negli anni ‘70 e, mentre Riva del Garda e Torbole, grazie all’offerta legata al turismo lacustre, alla vela e al neonato windsurf, si animano d’estate di migliaia di turisti, Arco rimane ai margini dello sviluppo turistico nel Garda Trentino.
Negli anni ‘80 comincia a diffondersi l’arrampicata sportiva: Arco, Lecco e Finale Ligure sono le culle di questa attività. L’arrampicata sportiva rivoluziona il modo di vivere la roccia e la montagna. La verticalità non è più un sogno per pochi alpinisti, ma diventava gradualmente popolare, alla portata di chiunque abbia una buona condizione fisica e un po’ di propensione al rischio. La diffusione è rapida e Arco in breve diventa una “mecca” per gli appassionati di tutta Europa, che qui trovavano le condizioni perfette per arrampicare: falesie di ogni forma, difficoltà e tipo, sole e temperature miti per gran parte dell’anno.
Gli amministratori della città trentina, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo in grado di rilanciare la vocazione turistica, hanno saputo valorizzare fin da subito – a partire dal 1986 – le potenzialità di questa nuova attività. L’obiettivo era chiaro: sostenere attivamente l’arrampicata per farne il motore dello sviluppo turistico.

La strategia che ha intrapreso Arco per diventare la capitale dell’arrampicata europea passa per due azioni principali: la creazione di infrastrutture e servizi dedicati e il lancio di una grande manifestazione sportiva. Gli investimenti infrastrutturali sono stati cospicui e nel giro di pochi anni sono state aperte decine di nuove vie in tutta l’area. Parallelamente ha preso il via quella che sarebbe diventata la manifestazione di riferimento a livello europeo dell’arrampicata sportiva, il Rock Master. L’evento si svolge dal 1987 ogni anno e richiama ad Arco i migliori interpreti mondiali della disciplina. La formula è ormai rodata e prevede la realizzazione di alcune gare con i migliori arrampicatori del mondo. Lo spettacolo è assicurato e la manifestazione attira nel fine settimana tra fine agosto e l’inizio di settembre più di 10.000 persone allo stadio dove si tengono le prove. La copertura mediatica dell’evento è ormai internazionale (forse sarebbe corretto dire “ globale”, visto che raggiunge l’Asia e l’Oceania) e tende a superare i confini delle riviste specialistiche di settore per raggiungere i media generalisti. Sulla scia di questo posizionamento solido e riconosciuto, Arco ha ospitato, nel 2011, i Campionati Mondiali di Arrampicata Sportiva.
I risultati conseguiti testimoniano la positività di questa scelta: nel 2012, 1,5 milioni di presenze, quasi il 50% del totale del Garda Trentino, sono state generate dal turismo sportivo outdoor, le ricadute economiche sul territorio sono stimate superiori ai 120 milioni di euro. Ma non è solo il dato numerico ad impressionare. Nel giro di alcuni anni la città ha cambiato aspetto. Da tranquillo paese ai margini dello sviluppo turistico del lago oggi è diventata una vivace località, con una stagione turistica molto lunga (da aprile a metà novembre) e con un fermento imprenditoriale molto interessante, fatto di piccole strutture ricettive (B&B, Garni ed agriturismi), di servizi ristorativi, negozi specializzati (se ne contano ben 12 con una popolazione di 18.000 abitanti) e di figure professionali specializzate (istruttori e accompagnatori). Dalla metà degli anni ‘90 tutte le amministrazioni della sponda trentina del Garda hanno seguito il percorso aperto da Arco e oggi il Garda Trentino si distingue sul panorama del turismo outdoor come prima destinazione a livello mondiale.
Oggi l’innovazione della proposta turistica arcense e gardesana passa per la mountain bike, che sta conoscendo un forte sviluppo grazie agli stessi ingredienti che hanno fatto la fortuna dell’arrampicata: dislivelli, paesaggi, clima. La seconda giovinezza di Arco, dopo i fasti della Belle Epoque, si basa su clima, sport e ospitalità, e convince ogni anno migliaia di turisti del nord Europa ad affrontare anche più viaggi all’anno per vivere una delle esperienze outdoor più complete e coinvolgenti dell’intero arco alpino.
Alessandro Bazzanella e Fabio Sacco

Alessandro Bazzanella  è formatore e ricercatore nel campo del turismo e sostenibilità presso tsm-Trentino School of Management. Fabio Sacco è consulente specializzato in destination marketing e marketing del turismo sostenibile e responsabile, e attualmente direttore del Consorzio Turistico della Valle del Chiese (Trentino).

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