La ferrovia di Pinerolo

26 luglio 2020

Dopo l’emergenza Covid, il trasporto pubblico non tornerà come prima: lo afferma la Regione Piemonte, che ha annunciato il 17 giugno la riorganizzazione del sistema del Trasporto Pubblico Locale, da realizzare, si legge nella nota divulgata dall’assessorato ai trasporti, attraverso il dialogo con il territorio. L’obiettivo dichiarato è calibrare un’offerta economicamente sostenibile in base alle necessità delle aziende e delle scuole e della flessibilità di orari, anche alla luce delle quote di smart working previste dagli interlocutori. Durante la fase 1 dell’emergenza Covid la Regione ha istituito un gruppo tecnico di lavoro di cui fanno parte vari soggetti, tra cui l’Agenzia per la Mobilità del Piemonte, la fondazione Links della Compagnia di San Paolo, sindacati di categoria. Entro luglio, dichiara la Regione, saranno resi noti i risultati dei questionari sottoposti alle aziende per ridisegnare le nuove esigenze di mobilità. Dove i treni, come vedremo, rappresentano un lusso piuttosto che il mezzo di trasporto più ecologico ed efficiente, soprattutto se sostenuti da un’adeguata campagna di sensibilizzazione dell’utenza.
Va letto dunque in questo scenario il caso della ferrovia Pinerolo – Torre Pellice, 16, 5 km di binari che sono la naturale prosecuzione nelle Valli Valdesi del sistema di trasporto metropolitano torinese.

Tratta che è diventata un caso emblematico per la campagna Pendolaria 2020 di Legambiente. Una storia recente travagliata, quella della Pinerolo-Torre Pellice: l’alluvione del 2000 provocò gravi danni alla linea e il crollo del ponte sul Chisone; dopo anni di lavori la ferrovia fu riaperta il 19 dicembre 2005.
Le Olimpiadi di Torino 2006 segnarono una fase positiva: nel 2006 sulla linea Torino-Pinerolo venne attivata la stazione Pinerolo Olimpica, e il traffico in Val Pellice riprese a crescere. Tanto che si ipotizzò il raddoppio parziale della Torino-Pinerolo e la trasformazione della Pinerolo-Torre Pellice, da attrezzare con appositi convogli tram-treno: i progetti non ebbero seguito.
Sospesa dal 2012 dalla Giunta Cota insieme ad altre ferrovie locali piemontesi, questa linea storica, sottolinea Legambiente, rappresenta una risorsa fondamentale per collegare  le valli Valdesi con Pinerolo e il capoluogo della regione. Con un bacino d’utenza potenziale di 38mila abitanti, oggi è servita da autobus, circa 100 al giorno, a cui si aggiungono circa 16mila auto private che percorrono quotidianamente le strade della val Pellice – dato rilevato da Arpa Piemonte. Il comitato Trenovivo ha elaborato nel 2014 un corposo dossier per sostenere la riattivazione della linea ferroviaria: attualmente il passeggero arriva in autobus a Pinerolo, da dove in treno raggiunge Torino. Ma il sistema è inefficiente, spiega Trenovivo: spesso il traffico su strada fa saltare le coincidenze, e nella migliore delle ipotesi il viaggio dura più di un’ora e mezza, scoraggiando i pendolari che così ricorrono all’automobile. Quando il servizio era interamente coperto dal treno ci voleva un’ora o poco più ed era utilizzato da una media di 1800 passeggeri al giorno.
Che la Pinerolo Torre Pellice sia un tassello importante per il TPL piemontese lo afferma anche uno studio realizzato nel 2019 da Confservizi Piemonte e Valle d’Aosta e dalla stessa fondazione Link che oggi fa parte del gruppo tecnico di lavoro per ridefinire l’offerta di trasporto pubblico post Covid. La tratta Pinerolo-Torre Pellice, si legge nello studio, ha ottime potenzialità, e la stima del rapporto ricavi/costi della linea, calcolato ovviamente sull’utilizzo del servizio prima della chiusura, è del 41%, superiore al 40,6% raggiunto nel 2018 dall’insieme delle ferrovie regionali. Un dato che spiega la scelta di Trenitalia, che ha proposto la riattivazione di questa linea come punto di forza della sua candidatura per la gara d’appalto del servizio ferroviario metropolitano, lanciata dalla precedente giunta regionale del Piemonte. Gara con soli due partecipanti, vinta da Trenitalia dopo il ritiro dell’altro candidato, il tandem GTT – con la tedesca Arriva.

La proposta di Trenitalia prevedeva di riattivare l’intera linea e rafforzare il sistema bicicletta più treno, rispondendo così all’esigenza degli studenti e dei cicloturisti, che a centinaia percorrono le strade delle valli valdesi.
Dal 2021 i treni torneranno a percorrere 2 linee locali piemontesi, la Arona-Novara e la Asti-Acqui. Ma non sembra esserci futuro per la Pinerolo-Torre Pellice. Un mail bombing a favore della ferrovia, un evento in streaming e un’ampia campagna stampa sono le ultime azioni promosse tra maggio e giugno da Legambiente, attraverso il circolo locali e la direzione regionale. C’è un’altra preoccupazione per il futuro del treno:  i sindaci del territorio, fino a pochi mesi fa favorevoli al ripristino, hanno cambiato atteggiamento e ora sembrano aperti anche ad altre soluzioni. Come la trasformazione in pista ciclabile, da condividere con bus ecologici: si parla addirittura di mezzi a idrogeno. Progetti che a Trenovivo sembrano irrealistici, a lungo termine e più costosi della riattivazione della linea. Infatti si tratterebbe di acquisire il sedime ferroviario da RFI. Da quanto dichiara l’assessore ai trasporti Gabusi, si è riaperta con RFI un’interlocuzione avviata nel 2013, quando l’attuale presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, era assessore regionale ai trasporti. A un anno dalla sospensione di alcuni “rami secchi”, si lanciò l’ipotesi di trasformare le ferrovie dismesse in piste ciclabili coprendo i binari con pannelli di gomma. Un sistema che aveva secondo Cirio il vantaggio di essere reversibile. In quel caso, RFI era disposta a concedere i sedimi in comodato gratuito.
Altro motivo di allarme per le associazioni: in piena emergenza Covid, ufficialmente per evitare furti di rame, è stata smantellata parte delle strutture aeree della ferrovia, tra Torre e Bricherasio. Operazione ora interrotta, che secondo Trenitalia però non significa la fine dei giochi. Per riattivare la linea sarebbero necessari interventi strutturali, spiega la società vincitrice, che si rimette alle decisioni del committente, la Regione. Trenitalia è tuttora in attesa della firma del contratto di concessione, che durerà 15 anni a partire da dicembre 2020.
Sembra segnato il futuro della Pinerolo-Torre Pellice: interpellato al telefono, l’assessore ai trasporti del Piemonte Marco Gabusi mi ha detto: “Stiamo ragionando, e nella prima decade di luglio ci sarà un altro incontro con i sindaci del territorio, interlocutori preferenziali della Regione in quanto eletti dai cittadini. La Pinerolo-Torre Pellice, come tutte le tratte sospese nel 2012, ha un bacino di utenza troppo piccolo, e va detto che oggi la ferrovia è fuori budget: con i sindaci valuteremo l’ipotesi di riuso del sedime come pista ciclabile”. Quanto alle richieste e alle preoccupazioni delle associazioni che chiedono il ripristino del treno, Gabusi afferma: “Ascoltiamo tutti, prendiamo atto, ma la decisione finale spetta alla Regione. La società civile ha esigenze variegate, c’è anche chi si lamenta perché sta ad aspettare al passaggio a livello treni che trasportano pochissimi passeggeri. La Regione finanzia più servizi di quelli che può permetterci. Basta treni semivuoti, dobbiamo dare una risposta di servizio sostenibile, che magari non è quella che i territori si aspettano.”
Claudia Apostolo

Info: http://trenovivo.it/

Commenti: 3 commenti

  1. Giuseppe Ruglioni scrive:

    Sono assolutamente contrario alla chiusura della Pinerolo Torre Pellice, come asse ferroviario. La bellezza del territorio attraversato, forse non é probabilmente apprezzato dai pendolari specie nella stagione invernale. Rimane da considerare un tranvia tipo quella che abbiamo a Firenze che collega i centri vicini al capoluogo di regione e che evita l’arrivo di molte auto In città. A Luserna San Giovanni una bretella per collegare anche Lucernetta e quelli che scendono da Rorà

  2. Roberto scrive:

    Dovrebbero riattivarla! Molto più comodo rispetto ai pullman e riattiverebbe un po’ di turismo nelle valli valdesi

  3. Graziano scrive:

    Turisticamente, il treno ha senso solo se arriva in quota. Chi è che va in treno a Torre Pellice, sapendo che per arrivare in posti in cui vale la pena andare deve comunque fare altra strada in qualche modo?

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