Inchiesta Cm: Valle Susa e Sangone

31 gennaio 2011

«Il cambiamento ci ha creato grosse difficoltà – racconta Sandro Plano, neo presidente della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone, ex sindaco di Susa, oggi assessore a Venaus, dirigente Sitaf e fervente No Tav –. Ma siamo riusciti a mantenere le attività e i servizi che svolgevamo. Con l’accorpamento abbiamo ridotto le spese, e ora con i finanziamenti regionali e il pagamento dei mutui garantiti dallo Stato riusciamo a mantenere la struttura». Per quanto riguarda il lavoro di agenzia di sviluppo del territorio però, sottolinea il sindaco, il discorso cambia: «Per farla decollare ci vorrebbero i soldi. E noi non li abbiamo».
E proprio su questi argomenti, il presidente Sandro Plano ha recentemente risposto con una lettera, che volentieri pubblichiamo integralmente, alle provocazioni lanciate da un articolo di Enrico Camanni comparso sulla rubrica Montagne de La Stampa del 31 dicembre 2010 [link]. Articolo che in realtà, lungi dal voler denigrare il ruolo importante che dovrebbero avere le CM nelle valli alpine, si limitava a fotografare una situazione attuale, riportando il sentimento esistente tra i cittadini.
«Lo sforzo che abbiamo fatto nel corso di quest’anno – continua il presidente – è stato di ridurre le spese e di risolvere i problemi istituzionali per dare modo alla CM di poter funzionare. Ma per quanto riguarda le altre funzioni da svolgere, come quella di agenzia di sviluppo del territorio, dovremmo appoggiarci sui bandi Ue per trovare i finaziamenti». Per cui il futuro della Valle Susa e Sangone, a parte ovviamente le attività in atto, come la cura dell’assetto idrogeologico da realizzare attraverso i fondi Ato (cioè attraverso i soldi provenienti dall’insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue), o ad un progetto Alcotra già in atto, è condizionato dalle decisioni che prederanno a Bruxelles? «Faremo progetti futuri in funzione ai bandi dei progetti Ue. Non abbiamo alternative», precisa Plano. «Ma mi lasci dire che – prosegue – che il nostro ruolo è e rimarrà fondamentale. Perché la montagna è un territorio che ha delle risorse ma ha anche dei problemi. E’ spopolata, vasta e delicata. Ha più problemi che risorse. E la CM ha proprio il compito di affrontare questi problemi. Ma poi alla fine, siccome il comune aggiusta la strada, e si vede, mentre noi curiamo magari gli alvei dei fiumi o rifacciamo il collettore fognario, e non si vede, sul libro “La casta” finiamo sotto processo».
Come dire… sparare sulla Croce rossa!
Maurizio Dematteis

Info: www.cmvss.it

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