Il risveglio della media montagna in VdA

29 aprile 2016

Emarèse è un comune di 228 abitanti che si estende tra i 700 e i 2100 m di altitudine nell’adret della media Valle d’Aosta. Vi nacque e vi operò l’abbé Joseph-Marie Trèves (1874-1941), federalista, antifascista, promotore del credito rurale, sostenitore dell’emancipazione femminile, difensore delle autonomie locali e delle piccole scuole rurali, fondatore con Emile Chanoux del movimento “La jeune Vallée d’Aoste”. Il Centre d’études di Emarèse che porta il suo nome, oltre a curare un bel museo, tiene viva l’attualità delle sue idee e delle sue azioni. Una di queste è stato il convegno “La montagne à venir, idee per lo sviluppo locale della montagna”, che ha avuto luogo il 2 aprile scorso nella borgata Erésaz, con il sostegno organizzativo della Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta e della nostra associazione.

Una prima caratteristica distintiva di questo convegno (vedi il programma sul sito) è di aver dato voce a numerosi operatori locali valdostani attivi nel settore della produzione agro-alimentare e del turismo sostenibile, tra cui i gestori dei “luoghi” della rete Sweet Mountains. Altri interventi hanno inquadrato queste testimonianze molto concrete nella situazione e nelle dinamiche in atto a scala regionale e sovra-regionale. Ciò ha consentito di avviare un dialogo tra imprenditori locali e responsabili tecnici e politici della Regione (tra cui l’assessore all’agricoltura) e con istituzioni come la Chambre Valdotâine, l’Institut Agricole Regional, la Codiretti, Slow Food.
Un’altra caratteristica è la forte connotazione rurale del convegno. Infatti il comune di Emarèse è un tipico rappresentante di quei territori di media montagna che non hanno le industrie e i commerci del fondovalle, né possono fruire dell’attrattiva delle vette e degli impianti sciistici delle alte valli. Si tratta com’è noto delle situazioni da tempo più problematiche in termini di spopolamento, invecchiamento della popolazione, carenza di servizi, abbandono di terreni e borgate. Si tratta però anche della più promettente “Montagne à venir” dei prossimi decenni, se continua a crescere la nuova domanda di benessere non solo economico, di qualità ambientale e paesaggistica, di turismo sostenibile, di produzioni di qualità, cioè di tutti quei valori e quelle opportunità che oggi è soprattutto la media montagna ad offrire in abbondanza. A patto che…
Questo condizionale ha suggerito una serie di idee e di proposte che gli organizzatori del convegno hanno raccolto in un documento, ora al vaglio di tutti partecipanti. In attesa della sua redazione definitiva si possono anticipare alcuni capisaldi:
- La rinascita della montagna rurale è di interesse nazionale, europeo e globale
- L’abbondanza di risorse ambientali, altrove sempre più rare, è la carta vincente della montagna
- Non c’è sviluppo se la montagna non è vivibile e abitata
- La valorizzazione delle risorse locali è una valida alternativa alla montagna assistita
- A tal fine le comunità locali e le imprese devono cooperare tra loro e con il resto del mondo
- Lo sviluppo della montagna è multifunzionale e deriva dalle sinergie tra più settori d’intervento
- Alla base di esso c’è l’uso sostenibile agro-silvo-pastorale del territorio
- La situazione attuale di abbandono e degrado richiede interventi pubblici soprattutto regolativi.
Il documento di Emarèse si propone di stimolare e rafforzare un processo già in parte in atto in Valle d’Aosta, che andrà seguito con attenzione anche da altri territori dove si presentano gli stessi problemi e le stesse opportunità.
Beppe Dematteis

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