Il rinnovamento delle Alpine Pearls

31 ottobre 2013

«Il 2014 sarà per noi un anno cruciale: l’allargamento del numero di Perle a 30 ci pone nuove sfide ed è necessario un aggiornamento dei criteri su cui è fondata la nostra associazione».
Con queste parole ho voluto chiudere l’assemblea annuale delle Alpine Pearls che quest’anno si è svolta a Valdidentro (So) dal 19 al 21 ottobre. La rete di comuni che promuove la mobilità sostenibile in montagna si è infatti allargata, raggiungendo la cifra tonda di 30 località aderenti, con l’ingresso della svizzera Disentis e della francese Termignon. Ma, secondo quanto è emerso durante le discussioni, è necessario un aggiornamento dei principi che la sorreggono per adattare l’offerta fornita dalle località socie alle nuove tendenze in ambito di turismo ecologico e per riorganizzare un’associazione nata soltanto nel 2006 che è notevolmente cresciuta in termini di adesioni e di complessità organizzativa.

Il processo di rinnovamento deve procedere verso una valorizzazione della varietà in seno alle Alpine Pearls sottolineando il principio cardine alla base dell’associazione: lo sviluppo della mobilità dolce in montagna. Considerando la presenza di località grandi e piccole distribuite tra Italia, Francia, Svizzera, Austria, Germania e Slovenia, che hanno aderito alla rete in momenti diversi portando ciascuna le proprie esperienze e difficoltà, è fisiologico che dopo 7 anni di vita sia necessario un rinnovamento della filosofia.
Per un gruppo di località di montagna orientate prevalentemente verso un turismo famigliare è difficile posizionarsi in un mercato che tende a premiare le grandi stazioni dotate di costose strutture sportive, ampi comprensori sciistici e sempre alla ricerca dell’ultima moda da lanciare e cavalcare. Le Alpine Pearls continueranno a puntare su una proposta diversa più in linea con lo spirito della montagna, il turismo ecologico e in particolare su una forma di protezione ambientale che i turisti possono osservare concretamente e apprezzare: la mobilità dolce. È bello abbandonare la pianura e le città per trovare strade prive di traffico dove passeggiare liberamente respirando l’aria di montagna. Ed è altrettanto rilassante frequentare una località di montagna dove ci si può spostare con mezzi pubblici efficienti senza bisogno di utilizzare l’automobile. Rimane questo il sogno delle Alpine Pearls, che ogni località cerca di realizzare secondo le proprie specificità e cercando di superare difficoltà di carattere geografico, amministrativo ed economico. Insomma, per individuare nuovi obiettivi in linea con la nuova configurazione dell’associazione e sviluppare nuovi progetti trasversali alle località; il 2014 sarà un anno di particolare rinnovamento e sviluppo per continuare nel processo che vede le Alpi come un laboratorio di innovazione da esportare nelle vicine pianure.
Peter Brandauer

Commenti: 3 commenti

  1. Luigi Casanova scrive:

    Fosse vero. Alpine Pearls sembra più un insieme informe e privo di coerenza di tanti comuni che hanno ancora soldi da spendere in immagine priva di contenuti. Luigi Casanova

  2. Domenico Reggiani scrive:

    Non sono d’accordo. Sono stato in vacanza in diverse località del circuito e ho avuto l’impressione di un notevole impegno a promuovere un turismo meno di massa. Cito per esempio Cogne e Moena, due posti in cui andavo già quando ero piccolo e in questi ultimi anni stanno facendo molto per migliorare ed essere sempre di più a misura d’uomo e di natura. Certo non si cambia dall’oggi al domani, ma le Idee di Alpine Pearls mi sembrano positive. Ce ne fossero di associazioni e di località così!!!

  3. marti gi scrive:

    Le Perle delle Alpi vanno visitate una ad una, parlato con i sindaci dei Comuni, con gli operatori e con gli ospiti che le frequentano, con i giornalisti che vanno e verificano e ne parlano bene. Alpine Pearls è l’unica cooperazione internazionale di turismo da montagna che fa i fatti e poche parole e magari avesse montagne di soldi da spendere in immagine, come fanno certe località del sud e isole che utilizzano male i FAS e i contributi europei. E’ un’unione di comuni che vuole difendere il fragile ecosistema alpino con azioni concrete di mobilità dolce. Visitare per credere. http://www.alpine-pearls

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