I giovani d’Europa vogliono restare in montagna

4 luglio 2022

Un’indagine europea
Nel 2022, Euromontana – l’Associazione Europea delle Aree Montane ha compiuto 25 anni. Tutte le persone che sono passate attraverso i 25 anni sanno che è un’età importante non solo per riflettere sui successi, ma anche sul futuro. Da lì, è nata la riflessione del chiedersi come i giovani che abitano in montagna, percepiscano il loro territorio, le opportunità, le difficoltà e più di tutto, che tipo di montagna vorrebbero vedere realizzarsi nel loro futuro. Questa riflessione è diventata la miccia dell’indagine che Euromontana ha condotto, con la collaborazione di Educ’Alpes e UNITA, attraverso 18 Paesi dell’UE e non. In totale, 1134 giovani da 18 Paesi europei e con con un’età tra i 18 e i 29 anni hanno inviato il loro contributo.

I giovani vogliono restare in montagna, ma bisogna diversificare il lavoro
Dall’indagine è emerso che la maggior parte dei giovani residenti in montagna desiderano continuare ad abitare in montagna (66%). Nonostante ci siano state  differenze nelle risposte tra i vari Paesi che hanno partecipato, non è prevalso in nessun Paese che i giovani siano disposti ad andarsene. Quello che è emerso è che un giovane su tre desidera partire per un periodo, ad esempio per studiare o viaggiare, per poi tornare in montagna e solo il 5% ha risposto categoricamente che vorrebbe andarsene. Ma quali sono le principali motivazioni che spingerebbero i giovani a voler abbandonare la montagna? Scarsità di opportunità di formazione e lavoro, mancanza di dinamicità delle aree montane, cosi come l’attrattività delle aree urbane sono i motivi principali di abbandono della montagna. Questo ultimo punto evidenzia due aspetti cruciali. Da una parte, la necessità di creare nuove opportunità di formazione e posti di lavoro diversificati nelle aree montane per attirare questi giovani che altrimenti sarebbero costretti a lasciare la regione. Dall’altra parte, il bisogno sviluppare strategie e politiche per incoraggiare il ritorno di giovani lavoratori.

Più telelavoro e imprenditorialità per sviluppare l’attrattività
L’accelerazione nel processo di digitalizzazione, dovuta anche al COVID-19, ha creato nuove prospettive di lavoro in montagna. Circa un giovane su cinque è attratto dalla possibilità di poter telelavorare in montagna. Queste nuove forme di lavoro necessitano tuttavia lo sviluppo ed il potenziamento di infrastrutture per consentire l’accesso della rete – amplificare la copertura del segnale di internet, aumentare spazi di co-working – cosicché il rafforzamento dei servizi associati – come i trasporti tra zone rurali ed urbane per permettere ai giovani di stabilirsi nelle aree montane pur mantenendo l’accesso alle città principali. Inoltre, circa 18% dei giovani vorrebbe lanciare la propria impresa in diversi ambiti, dall’ingegneria all’informatica, comunicazione e marketing, chimica alimentare e molto altro. Le regioni montane dovrebbero quindi attuare programmi per sostenere l’imprenditorialità rurale tra i giovani, che rappresentano il futuro per l’innovazione, cosi come rafforzare la creazione di posti di lavoro.

Voce ai giovani: la montagna nel 2040
Una parte della nostra indagine si è focalizzata sul “desiderio” dei giovani rispetto alla montagna del 2040, ovvero quale sarebbe per loro la montagna ideale. I giovani aspirano a un luogo dove poter realizzare il proprio potenziale e in particolar modo dove poter studiare, lavorare e spostarsi facilmente. Inoltre, i giovani chiedono a gran voce una maggiore attenzione alla sostenibilità: dalla conservazione degli ambienti montani alla lotta al cambiamento climatico. Entro il 2040, le giovani generazioni immaginano aree montane in cui gli habitat siano meglio protetti e in cui il turismo sia riorientato verso pratiche più rispettose dell’ambiente e dei suoi abitanti. Infine, i giovani europei vorrebbero vedere le montagne ripopolate entro il 2040. L’indagine ha fatto emergere il sogno di  una montagna più dinamica, abitata anche da giovani e famiglie e dove il ripopolamento porta con sé lo sviluppo del territorio senza compromettere un equilibrio con la natura.

I giovani cambiano, e anche i loro bisogni
Questa indagine non è la  prima che Euromontana ha realizzato per studiare i bisogni dei giovani in montagna. Già nel 2012, ovvero dieci anni fa, una prima indagine fu lanciata in occasione delle Assise Europee della Montagna a Chambéry, in Francia. A distanza di 10 anni emerge che i bisogni e le aspettative dei giovani in montagna sono notevolmente cambiate. Nuove occasioni (come la digitalizzazione o il telelavoro) e nuove sfide (come il cambiamento climatico) hanno giocato un ruolo chiave in questo processo. Anche i territori sono cambiati: alcuni sono sprofondati in un declino demografico strutturale o in un significativo invecchiamento, mentre altri sono riusciti a invertire la tendenza attraverso l’attuazione di strategie di attrattività territoriale. La domanda che nasce spontaneamente è quindi: come far fronte ai bisogni di questa nuova generazione di giovani?

Nuove opportunità per nuovi bisogni
Attraverso la Politica di Coesione, l’Unione Europea finanzia una serie di programmi ed iniziative per sostenere la gioventù in Europa. In questi programmi una “particolare attenzione” è riservata ati territori montani (Articolo 174 del  TFEU). Ad esempio, nel comune di Tolmezzo (Friuli-Venezia Giulia), il Polo dell’Economia di Montagna nella Alpi Italiane ha utilizzato questi fondi per creare un osservatorio dei bisogni e delle offerte professionali per l’economia montana e promuovere attività di alternanza scuola-lavoro per aiutare gli studenti a trovare lavoro nelle aree montane.
Nel periodo 2021-2027, la Politica di Coesione continuerà a investire nei giovani in montagna. Nello specifico, un terzo del bilancio totale dell’Unione Europea (€ 392 miliardi) sarà incanalato attraverso la Politica di Coesione a cui si aggiungo i € 776,5 miliardi del Next Generation EU. Queste risorse possono rispondere a molte delle richieste emerse dai giovani nell’indagine condotta da Euromontana, come creare nuovi corsi di formazione, diversificare e facilitare l’accesso al mondo del lavoro. Inoltre, i fondi della Politica di Coesione possono essere investiti per migliorare e potenziare la mobilità, inclusa mobilità sostenibile e servizi multimodali; rafforzare l’innovazione, con attenzione anche all’innovazione sociale alle start-up “green”; promuovere un turismo sostenibile e sostenere la lotta e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Euromontana invita gli attori del territorio a non perdere tempo e prepararsi per usufruire al meglio dei fondi delle Politica di Coesione nei loro territori per rispondere ai bisogni di chi farà il futuro della montagna: i giovani.
Carla Lostrangio e Blandine Camus

Scarica l’indagine “Essere giovani in montagna

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