Gli studenti di Milano parlano di Alpi

16 marzo 2010

La facoltà di Agraria dell’Università di Milano, caso raro in Italia, offre un corso di laurea specialistica dedicato esclusivamente alla montagna: si tratta del curriculum in Valorizzazione e tutela dei territori montani del corso di laurea magistrale di Scienze Agroambientali.
In Facoltà a Milano, però, si parla poco di montagna e gran parte delle attenzioni sono rivolte all’“Università della Montagna” di Edolo, un corso triennale che viene considerato il fiore all’occhiello della Facoltà, ma che viene sentito come lontano dagli studenti della sede centrale.
Per questo motivo due studentesse milanesi appassionate di montagna, Laura Arata e Chiara Bassanelli, hanno deciso di creare Sapalp, il cui scopo è evidente dal significato dell’acronimo scelto per il nome: “Studenti di Agraria Parlano di Alpi”.
Il primo passo di Sapalp è stato quello di capire, attraverso un questionario, quali siano le esigenze degli studenti relativamente al vivere e lavorare in montagna.
«L’80% degli iscritti ad agraria proviene da un comune montano – spiega Laura –; gran parte di loro alla fine degli studi vivrà e lavorerà in montagna, senza sapere bene come mettere in pratica le competenze acquisite durante l’università». Paradossalmente gli studenti della montagna, in gran parte pendolari, sono stati i più difficili da coinvolgere nel progetto, costretti a lasciare di corsa Milano al termine delle lezioni per prendere i treni e gli autobus che li riportano verso casa.
L’attività di Sapalp ora si divide su tre fronti: la gestione del sito (http://sapalp.org) che riporta notizie relative all’iniziativa e a quanto succede sulle Alpi; la creazione di una rete di contatti da coinvolgere nel progetto e, infine, l’organizzazione di un ciclo di seminari rivolti agli studenti.
«Vogliamo organizzare incontri dedicati a progetti concreti, vicini alle esigenze di studenti che si laureano e vorrebbero fare qualcosa di utile per il proprio territorio, mettendo in pratica quello che hanno studiato. Non ci interessano i soliti discorsi teorici su quanti problemi ha la montagna e quanto sia difficile risolverli», dicono Laura e Chiara con decisione.
All’inevitabile domanda «ma voi due andreste a vivere e a lavorare sulle Alpi?» le due ragazze sorridono: «Certo, ma per un cittadino è difficile andare a vivere in montagna.Non deve essere un ritorno alla vita che si faceva 40 anni fa, ma la possibilità di applicare quello che abbiamo studiato, trovando nuove vie di sviluppo per il territorio».
Giacomo Pettenati

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