Comunis

1 giugno 2012

Nelle regioni alpine paesaggi ripidi e una maggiore probabilità di rischi naturali limitano significativamente la superficie di territorio disponibile per lo sviluppo di aree produttive e commerciali. Per molti comuni alpini, e in particolare per quelli confinanti, questa condizione è spesso motivo di forte competizione che impedisce di cogliere opportunità di sviluppo a lungo termine. Accade infatti spesso che, per quanto riguarda il loro sviluppo economico, le amministrazioni prendano decisioni a breve termine e su piccola scala. Il progetto muove proprio dall’evidenza che nelle vallate alpine spesso manca una strategia per lo sviluppo commerciale sostenibile che sia intercomunale, sviluppata e concordata e che tenga altresì conto delle condizioni specifiche delle singole località. Mettere in comune risorse finanziarie e umane contribuisce a ridurre o evitare costi come quelli di location marketing. La cooperazione può altresì facilitare l’accesso a sponsorizzazioni e incentivi previsti per iniziative pianificate congiuntamente, nonché aiutare nella trasformazione dello stato di debolezza dei singoli – spesso piccoli – comuni in una posizione intercomunale forte, innovativa ed economicamente vitale che offra condizioni favorevoli alla localizzazione delle imprese, dei lavoratori e dei residenti.

Nella figura: Mappa dell’area di cooperazione del programma Spazio Alpino con l’indicazione delle aree pilota del progetto.

Obiettivo cardine del progetto Comunis è stato proprio quello di sviluppare e promuovere tali strategie cooperative per lo sviluppo delle aree produttive polifunzionali a vocazione commerciale – Commercial location development (Cld) – a livello intercomunale nelle zone montane.
All’interno del progetto sono state formulate alcune linee guida che, rispecchiando le cinque fasi del processo operativo del Cld presentano diversi approcci e attività possibili con l’ausilio di esempi pratici. I casi studio hanno riguardato otto territori pilota in Germania, Austria, Svizzera, Francia, Slovenia e Italia. Partendo dall’analisi di alcuni esempi pratici e dai risultati di una ricerca documentale sono stati quindi individuati tre possibili modelli d’azione per i comuni che descrivono diversi pacchetti di misure con i quali poter affrontare attivamente le sfide del settore produttivo grazie a un approccio di ampio respiro a livello intercomunale: gestione del territorio, pubblicità e comunicazione e servizi alle imprese.
Confermando le ipotesi di partenza, il progetto ha dimostrato che lo sviluppo delle zone industriali a livello intercomunale incide sullo sviluppo economico portando benefici per l’intero comune. È importante, però, che nella pianificazione i comuni tengano conto di alcuni limiti nel loro potenziale di sviluppo, ad esempio cambiamenti demografici, mutamenti economici globali, disponibilità di risorse limitate. Comunis ha dimostrato inoltre che la grande eterogeneità delle condizioni economiche e sociali esistenti nell’arco alpino non permette di giungere a soluzioni generalmente valide e facilmente trasferibili. Per l’attuazione e la realizzazione concreta della cooperazione intercomunale in questo ambito si dovranno sviluppare soluzioni individuali e su misura lavorando sui punti di forza di ogni singola zona valorizzandone le potenzialità.
Per quanto riguarda le imprese, l’analisi dei dati ha verificato che in gran parte dei casi (80-90 per cento) sono le imprese locali e regionali a volersi espandere ed è quindi a loro che va oggi rivolta principalmente l’attenzione. Lo sviluppo industriale non può consistere solo nel mettere a disposizione grandi superfici a basso costo, ma deve reagire in maniera flessibile a sfide economiche attuali. Fattori come condizioni del mercato del lavoro, sostegno da parte del comune, accessibilità del territorio, disponibilità di materie prime, giocano un ruolo molto più importante per gli imprenditori. Di vitale importanza per la cooperazione intercomunale, i comuni dovrebbero definire quanto prima il tipo e gli ambiti di collaborazione. Fiducia, apertura, convinzione, grado di partecipazione sono condizioni necessarie per sviluppare soluzioni comuni che siano attuabili, trasparenti e corrette.
Dopo avere esaminato le varie forme di collaborazione intercomunale, i sindaci della regione Alpsee-Grünten (Baviera) hanno deciso di collaborare per sviluppare e commercializzare in modo congiunto aree a vocazione commerciale. È stato avviato il processo decisionale in vista della creazione di un’associazione a fini speciali (“Gewerbezweckverband Alpsee-Grünten”) e sono stati definiti i costi e le condizioni quadro per la costituzione e la gestione di tale agenzia che si occuperà di Cld. Nelle due regioni pilota austriache Großwalsertal e Leiblachtal è stato inoltre esaminato e definito il quadro giuridico per costituire un ente cooperativo che si occuperà del progetto e della promozione del sito (Psg, “Projekt- und Standortgenossenschaft”). La regione Großwalsertal ha invece puntato sulla creazione di una struttura permanente attraverso la definizione di un piano industriale che comprende accordi tra i comuni e regole certe e documentate. Quattro dei cinque comuni della Großwalsertal hanno deciso di aderire al Psg e l’area pilota di Leiblachtal è intenzionata a costituire un’associazione regionale di cinque comuni che si occuperà in futuro dell’elaborazione di strategie condivise.
Andrea Omizzolo e Miriam Weiss

Info: www.comunis.eu

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