dislivelli.eu giugno 2011: viaggio critico nei parchi piemontesi
E’ uscito il numero di giugno 2011 di dislivelli.eu. Numero d’inchiesta intitolato: Numero d’inchiesta: Viaggio critico attraverso i parchi nazionali e regionali del Piemonte.
E’ uscito il numero di giugno 2011 di dislivelli.eu. Numero d’inchiesta intitolato: Numero d’inchiesta: Viaggio critico attraverso i parchi nazionali e regionali del Piemonte.
Nel panorama nazionale il Piemonte vanta una posizione storica di spicco per le politiche di conservazione della natura. Posizione oggi in sofferenza non solo dal punto di vista economico, ma anche per la poca incidenza sul territorio rispetto ad altre regioni europee. Solo un buon coordinamento tra politiche dei parchi e quelle del paesaggio, oggi inadeguatamente riflesso nel quadro legislativo, potrà in futuro concorrere ad arricchirne il significato e l’impatto sociale, economico e culturale.
di Roberto Gambino
Dopo l’ampia inchiesta sulle Comunità montane, in questo numero affrontiamo un altro tema cruciale per il futuro della montagna: lo stato di salute dei parchi regionali e nazionali. Affiancando le valutazioni dei presidenti delle Comunità montane a quelle dei responsabili dei parchi si potrebbe fatalisticamente concludere che «questa è l’Italia, non ci sono rimedi, ognuno si arrangia e tira avanti come può».
di Enrico Camanni
Il Parco Nazionale della Val Grande, istituito nel 1992, tutela l’area selvaggia più estesa d’Italia: 15.000 ettari tra l’Ossola, il Lago Maggiore e la Val Vigezzo, caratterizzati da un tasso di wilderness tra i più elevati d’Europa. Il direttore del parco, Tullio Bagnati, spiega a Dislivelli gli sforzi del parco per tutelare un territorio così delicato.
di Giacomo Pettenati
Cosa si fa quando un’area protetta raddoppia la propria superficie? Ovviamente, si bloccano i finanziamenti e le assunzioni, rendendo impossibile il lavoro dell’ente gestore del parco. La storia del Parco Regionale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, che dal 2009 si estende fino all’Alta Valle Antrona, è un esempio perfetto delle conseguenze drammatiche dell’assenza di una strategia politica nei confronti delle aree protette rischia di avere sulla conservazione dell’ambiente alpino.
di Giacomo Pettenati