Valpe: quando lo sport fa la storia di una valle

31 dicembre 2011

Tutto ha inizio nel 1934, quando la famiglia Cotta Morandini decide di formare a Torre Pellice l’Hockey Club Valpellice: una delle prime squadre di hockey su ghiaccio piemontesi, che oggi milita nella serie A italiana e mobilita per ogni partita un pubblico di circa 2500 spettatori (media tra le più alte in Italia), un numero considerevole visto che la popolazione di Torre Pellice ammonta a circa 4500 persone. Poco è noto dei primi anni di attività dell’Hockey Club Valpellice, ma in valle si racconta di sfide portate avanti sul laghetto naturale di “Blancio” sul confine dei comuni di Torre Pellice e Luserna San Giovanni dove i fratelli Cotta Morandini, pionieri della squadra, coinvolgevano i propri concittadini in quella che si rivelerà una fantastica avventura. L’hockey comincia a rivestire un’importante funzione di aggregazione: alle partite si ritrova l’intera valle di ogni estrazione politica, religiosa e sociale; iniziano le storiche amichevoli con le squadre d’oltralpe (Gap e Briançon), ancora oggi immancabile appuntamento pre-stagionale. Le prime apparizioni in campionati nazionali arrivano negli anni ’50 e vedono l’alternarsi nel tempo di vittorie e sconfitte. La presenza sul territorio valligiano non viene mai a mancare: le partite per un certo periodo salgono di quota fino alla località “Sea” di Torre Pellice, raggiunta da giocatori ed arbitri grazie ad una seggiovia oggi in disuso: era l’occasione per avere un ghiaccio più resistente e duraturo. L’esperienza – unica nel suo genere – però, dura poco poiché nel 1971 viene costruito il primo vero stadio del ghiaccio: il Filatoio, che diventa il cuore pulsante della società e della squadra nel suo “periodo d’oro”, compreso tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80, che vede la promozione in serie A e le sfide tra i più grandi hockey club italiani, come il Bolzano ed il Gardena, nonché l’arrivo in valle di giocatori provenienti dall’Nhl nordamericana.

Dopo un periodo problematico, la Valpe è capace di reinventarsi ed anche il suo pubblico, rimasto fedele, ritrova la passione e l’attaccamento di sempre ad una squadra che ormai è diventata simbolo ed orgoglio dell’intera valle e che rappresenta l’affermazione della propria genuina “montanità” nei confronti della città. Anche esternamente la Valpe è guardata con rispetto e simpatia, poiché unico esempio in grado di far conoscere ed apprezzare l’hockey al di fuori dell’area veneto-trentina. Nel 2000 si torna nella serie maggiore, ma nello stesso anno il torrente Pellice esonda e si porta via la copertura del Filatoio: è l’inizio di un altro periodo difficile che durerà fino al 2004. In questi anni, prende forma una nuova Valpe con un nuovo stadio: il palaghiaccio olimpico “Cotta Morandini”, costruito in occasione delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. La squadra ottiene svariati successi negli anni successivi fino al ritorno nella serie A nel 2009. Nella stagione successiva un’altra importante affermazione per la Valpe: grazie ad un goal del canadese Ryan Martinelli segnato all’overtime, la squadra accede di diritto alle sue prime semifinali di serie A. I 300 tifosi valligiani accorsi a Collalbo (Bz) per accompagnare la propria squadra esplodono in un abbraccio con i giocatori che rimarrà a lungo nella memoria di tutti.
Oggi come nel 1934, la Val Pellice e la sua squadra rappresentano la dimostrazione di come il territorio montano, i suoi abitanti ed i propri simboli riescano ad attraversare e superare periodi di acuta difficoltà: l’hockey, nato dalla passione di alcuni e portato avanti da tutti, è diventato per la valle non soltanto lo sport principale (oltre alla prima squadra si trova un folto vivaio di giovani promesse coltivate in ben 5 squadre giovanili) ma una vera e propria fede, capace di far battere il cuore di tutta la popolazione di qualsiasi estrazione sociale oggi come allora, nel segno della tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro.
Simona Pons

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