Un “guscio” per gli eventi estivi

4 luglio 2012

Palamila
Luogo: Ceresole Reale (To)
Quota: 1583 m slm
Progetto: Arch. Antonio Besso Marcheis
Cronologia: 2010-2011

Il territorio del Parco del Gran Paradiso si sta rivelando negli ultimi anni un interessante laboratorio di esperienze inedite di architettura alpina contemporanea. Già lo scorso anno in questa rubrica presentammo alcune interessanti iniziative come la torretta di osservazione faunistica a Valprato Soana (To) e l’area attrezzata Perabacù a Ceresole Reale (To).

Sempre a Ceresole Reale, sul lato piemontese del Parco in alta Valle Orco, a ridosso del lago artificiale, è stato realizzato nel 2002 il rifugio escursionistico Massimo Mila, dedicato al famoso alpinista, scrittore e musicologo torinese, già segnalato da Dislivelli.

Il rifugio, di per sé, non spicca per particolari pregi architettonici: si tratta della riconversione di un vecchio edificio costruito negli anni ‘50 dall’allora Azienda Elettrica Municipale di Torino, che ricorda vagamente una di quelle villette simil-montane per le vacanze della borghesia cittadina di allora.

Ciò che rende veramente interessante il luogo, per noi patiti dell’architettura montana contemporanea, è il nuovissimo Palamila: uno spazio per eventi in quota inaugurato nel mese di giugno dello scorso anno nei pressi del rifugio, ideato dall’Associazione Amici del Gran Paradiso e progettato dell’architetto Antonio Besso Marcheis.

A chi sale in quota per assistere a uno dei numerosi spettacoli estivi, il Palamila si presenta come una sorta di gigantesco “guscio” di noce che protegge sui tre lati un palco aperto verso il paesaggio alpino. Dal punto di vista architettonico il “guscio” – come è stato effettivamente ribattezzato dagli autoctoni come dai turisti – ha una concezione molto semplice costituita da una struttura portante in travi di legno lamellare a sostegno della grande copertura che chiude su tre lati lo spazio interno creando un ambiente raccolto ed accogliente. Ma il vero punto di forza sta nel manto di copertura che, grazie al rivestimento in scandole di legno, crea una relazione “tattile” con i boschi circostanti. Si tratta di centinaia di pezzi in legno di larice realizzati “a spacco”. Singolare è stato il metodo per la raccolta fondi per l’ultimazione dell’opera: ogni donatore può contribuire all’acquisto di una o più scandole (al costo di 8 euro ciascuna), sulle quali verrà inciso il proprio nome.

La nuova struttura, a un anno dalla sua realizzazione, ha già ospitato decine e decine di eventi e manifestazioni che vanno dai concerti alle proiezioni video, al teatro, a conferma della brillante intuizione avuta dai suoi ideatori, capaci di unire la montagna dello sport con quella della cultura.
Roberto Dini, Mattia Giusiano

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