Trasporto someggiato in montagna: un nuovo inizio?

30 aprile 2011

La soluzione ha le orecchie lunghe e i larghi occhi neri degli asini e dei muli cui sarà affidato il compito di portare a quota 2220 i basti carichi di cemento e ghiaia.
«Non si tratta solo di utilizzare con cura i fondi a disposizione per i lavori – racconta Marco, primo promotore dell’“operazione ciuco” all’interno del Gruppo Speleologico Piemontese –, ci piace l’idea di affrontare i lavori in maniera sostenibile, limitando l’impatto ambientale e cercando di sfruttare risorse a Km0 o quasi». Per questo è stato coinvolto Luciano Ellena, che presso l’agriturismo Lungaserra di Vigna, in Valle Pesio, alleva una quarantina di asini da trasporto e da compagnia: «L’asino è una macchina perfetta. È l’ideale per spostare materiali in montagna».
Luciano collabora già con il rifugio Garelli, in Valle Pesio, e di recente si è conquistato la copertina patinata del periodico Alpidoc per aver realizzato il trasporto a valle dei cumuli di rifiuti sparpagliati intorno al bivacco Varrone, sotto alla parete nord del Corno Stella.
Il progetto di trasporto someggiato ha incontrato l’appoggio del Parco e destato l’interesse del CAI regionale, che punta a promuovere l’impiego degli asini presso i rifugi di sua competenza. La prossima settimana si terrà un incontro a Torino tra i rappresentanti del CAI regionale, Luciano Ellena e due speleologi, involontari ma volenterosi pionieri di quello che potrebbe diventare un progetto pilota di ampiezza regionale.
Il trasporto someggiato a oggi è una realtà più diffusa oltralpe che sul versante italiano, dove rimane limitato a un impiego marginale. «È l’occasione per rilanciare delle attività tradizionali e sostenibili, come l’allevamento degli asini e il trasporto someggiato in montagna, collocandole all’interno dell’attuale economia alpina. Senza contare che di pari passo con l’impiego degli animali da soma va il recupero di prodotti d’artigianato in via di estinzione, come i basti di legno fatti a mano», aggiunge Luciano Ellena.
I lavori di restauro inizieranno nel mese di luglio, prima di allora il “peso” delle operazioni sarà tutto sulla schiena dell’asino Romeo e della mula Quetty, che da Pian Marchisa passando per il Colle del Pas porteranno a destinazione tutto il necessario per il cantiere. Chissà che non siano gli aprifila di una nuova collaborazione in quota tra uomini e ciuchi e che, dopo aver visto il ritorno del lupo, le Alpi non vedano prima o poi anche la riscossa degli asini.
Irene Borgna

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