Quando la cultura rafforza i territori

7 giugno 2019

Il 23 e 24 maggio 2019, presso la Redoute Marie di Thérèse del comune di Avrieux, nella Maurienne francese, si è tenuto il living lab dal titolo “Cultura’tractive: la cultura può rafforzare l’attrattività del territorio?”, evento all’interno dei Progetti Alcotra Corpo Links Cluster (Clc) e Feast. La due giorni di evento, occasione di riflessione a tutto tondo sul ruolo della cultura nella rivitalizzazione dei territori, è stata l’occasione per la prima esposizione dei risultati della ricerca scientifica transfrontaliera del Progetto Alcotra Corpo Links Cluster, coordinata dall’Universitè Savoie Mont Blanc (Usmb), e realizzata in collaborazione con l’Associazione Dislivelli, esposti da Benoit Regent per Usmb e Maria Anna Bertolino per Dislivelli.

La ricerca ha censito 2.530 strutture culturali sui territori di Piemonte e Savoia, analizzato 400 articoli scientifici e 100 rapporti sul ruolo della cultura come fattore di innovazione e attrazione sui territori di montagna, distribuito 249 questionari al pubblico potenziale, realizzato 170 interviste in profondità e coinvolto 135 studenti universitari.
Focus della ricerca: indagare le aspettative del pubblico interessato agli spettacoli in montagna e di quello apparentemente non interessato; capire come la creatività degli artisti possa essere stimolata dal legame col territorio; trovare forme organizzative adatte a gestire eventi in quota e creare un modello utilizzabile per la realizzazione e gestione degli eventi.

Per ottenere tali risultati la ricerca si è concentrata sul pubblico e sui potenziali pubblici dell’offerta culturale e turistica di Savoia e Valli di Susa, Chisone e Germanasca, cercando di sottolineare il ruolo della cultura come fattore di innovazione e attrazione sui territori di montagna.
Per quanto riguarda le aspettative del pubblico, la ricerca sottolinea come secondo i turisti manchi un’efficace informazione di quello che viene organizzato sui territori, ed esista una concentrazione degli eventi in pochi luoghi con intere porzioni di territorio non coinvolte.
I risultati dello studio raccontano inoltre di come esista un potenziale pubblico di giovani che segnala alcuni limiti precisi dell’offerta culturale in montagna: poco originale, appiattita sui soli concerti in alta quota per gli interessati e gli abituati ad assistere agli spettacoli culturali. Troppo lontani, difficili da raggiungere ed economicamente cari per i giovani che frequentano la montagna solo per le attività outdoor, e non sono soliti partecipare anche alle iniziative culturali.
Alla domanda “Che tipo di offerta culturale vorreste sui territori montani?”, il pubblico indagato ha sottolineato l’apprezzamento per festival pluridisciplinari, molto legati alle peculiarità locali, dove cultura e storia locale possano uscire dalle sedi vocate come musei e castelli per fondersi con attività outdoor sul territorio. E questo, sempre secondo i risultati della ricerca, potrebbe essere un modello adeguato per attrarre nuovi pubblici prima non intercettati.

La creatività degli artisti, segnala la ricerca di Clc, può essere efficacemente stimolata dal contatto con i territori, ogni qual volta si riesca a creare dei legami grazie ai quali le comunità residenti possano raccontare storie familiari, leggende, informazioni dettagliate sui luoghi e altre informazioni atte a ispirare in maniera originale il lavoro di artisti e produttori di spettacoli.
Infine, sempre sulla base dei dati raccolti, si evince come le iniziative culturali vincenti siano quelle in grado di dotarsi di forme organizzative stabili e a dare origine a veri e propri modelli gestionali: per permettere che tali eventi culturali possano sedimentarsi in montagna e continuare nel tempo, senza rimanere iniziative spot, occorre lavorare preventivamente sulla formazione dei residenti, cercando di trasformare gli abitanti in “ambasciatori della cultura”  di montagna, attraverso il coinvolgimento attivo nelle iniziative messe in campo sui territori. Occorre poi costruire dei comitati organizzativi misti in cui inserire residenti, artisti, associazioni, amministrazioni pubbliche e tutti gli attori locali. Infine, è importante monitorare l’impatto dell’attività culturale sul territorio nel tempo, e fare un’analisi attenta delle possibili linee di finanziamento dell’evento in questione.
Laurence Vignollet, vice presidente dell’Université Savoie Mont Blanc (Usmb), ha sottolineato come i lavori del progetto Clc si collochino nel solco del decennale impegno nella ricerca dell’istituto sul turismo transfrontaliero Italia-Francia e l’importanza di continuare a studiare il fenomeno. Vincent Schmitt dell’Espace Malraux – Scène Nationale de Chambéry, capofila del Progetto, ha ricordato l’impegno di tutti i partner di progetto alla valorizzazione dei territori transfrontalieri attraverso l’offerta culturale e artistica. Anna Cremonini, direttrice di Torinodanza del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, ha raccontato del grosso sforzo realizzato nei primi anni di progetto da parte dei due teatri di Torino e Chambéry nella ricerca dei punti di contatto per lo sviluppo di una programmazione comune sui territori.  Sforzo che ha portato a importanti collaborazioni transfrontaliere. In specifico, Anna Cremonini ha ricordato i numerosi incontri tra artisti, amministratori, imprenditori e società civile sui territori delle valli piemontesi, portati avanti dal suo teatro con l’aiuto dell’Associazione Dislivelli. Un lavoro di scouting territoriale che ha posto le basi per una duratura collaborazione tra Torinodanza e le terre alte intorno al Capoluogo piemontese.
Marcella Rodino

www.corpolinkscluster.eu


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Lorsque la culture renforce les territoires

de Marcella Rodino

Les 23 et 24 mai 2019 à la Redoute Marie de Thérèse de la commune d’Avrieux, dans la Maurienne française, s’est tenu le living lab intitulé “Cultura’tractive: est-ce que la culture peut renforcer l’attractivité du territoire?”, événement faisant partie des Projets Alcotra Corpo Links Cluster (Clc) et Feast. Ces deux journées ont représenté une occasion de réflexion dans la ronde sur le rôle de la culture dans la revitalisation des territoires, et aussi l’occasion pour la première présentation des résultats de la recherche scientifique transfrontalière du Projet Alcotra Corpo Links Cluster, coordonnée par l’Université Savoie Mont Blanc (Usmb), et réalisée en collaboration avec l’Association Dislivelli, résultats qui ont été exposés par Benoit Regent pour le compte d’Usmb et Maria Anna Bertolino pour le compte de Dislivelli.

La recherche a recensé 2.530 structures culturelles sur les territoires du Piémont et Savoie, a analysé 400 articles scientifiques et 100 rapports sur le rôle de la culture comme facteur d’innovation et attraction sur les territoires de montagne, a distribué 249 questionnaires au public potentiel, a réalisé 170 entretiens approfondis et impliqué 135 étudiants universitaires. L’accent de la recherche était celui d’examiner les attentes du public intéressé aux spectacles en montagne et les attentes du public apparement pas intéressé; comprendre comment la créativité des artistes peut être stimulée à travers le lien avec le territoire; trouver des formes d’organisation afin de gérer les événements en altitude, et créer un modèle à utiliser pour la réalisation et la gestion des événements.

Pour obtenir ces résultats, la recherche s’est focalisée sur le public et sur les publics potentiels de l’offre culturelle et touristique en Savoie et dans les Vals de Suse, Chisone et Germanasca, en essayant de souligner le rôle de la culture comme facteur d’innovation et attraction sur les territoires de montagne. En ce qui concerne les attentes du public, la recherche met en évidence comment, selon les touristes, il manque une information efficace par rapport à ce qui est organisé sur les territoires, et qu’il existe une concentration des événements en quelques lieux, avec de grandes parties de sites ne participant pas. Les résultats de l’étude montrent aussi l’existence d’un potentiel public de jeunes, signalant des limites précises de l’offre culturelle en montagne: peu originale, basée exclusivement sur les concerts en altitude pour les intéressés et les habitués des spectacles culturels. Trop éloignés, difficiles à rejoindre et trop chers pour les jeunes qui fréquentent la montagne exclusivement pour les activités en plein air, et qui n’ont pas l’habitude de participer aux initiatives culturelles. À la question: “Quel genre d’offre culturelle voudriez-vous dans les territoires de montagne?”, le public interrogé a mis en évidence l’appréciation pour les festivals pluridisciplinaires, très liés aux spécificités locales, où culture et histoire locale peuvent sortir des lieux habituels comme musées et châteaux, pour se fondre avec les activités outdoor sur le territoire. Et cela peut, toujours selon les résultats de la recherche, représenter un modèle approprié pour attirer de nouveaux publics qui n’avaient pas été interceptés d’avance.

La créativité des artistes, comme le signale la recherche de Clc, peut être efficacement stimulée par le contact avec les territoires, chaque fois qu’on réussit à créer des liens à travers lesquels les communautés résidentes peuvent raconter histoires de famille, légendes, informations détaillées sur les lieux et d’autres informations propres à inspirer de façon originale le travail des artistes et des producteurs de spectacles. Enfin, toujours sur la base des données collectées, il est évident que les initiatives culturelles gagnantes sont celles capables de se doter de formes d’organisation stables et donner origine à de véritables modèles de gestion: pour permettre que ces événements culturels puissent s’enraciner en montagne et continuer dans le temps, sans rester des initiatives isolées, il faut travailler préventivement à la formation des résidents, en essayant de transformer les habitants en “ambassadeurs de la culture” de montagne, grâce à la participation active aux activités proposées sur les territoires. Il est aussi nécessaire de créer des comités organisateurs mixtes où insérer résidents, artistes, associations, administrations publiques et tous les acteurs locaux. Enfin, il est important de surveiller les effets de l’activité culturelle sur le territoire dans le temps, et analyser attentivement des lignes de financement possibles de l’événement concerné. Laurence Vignollet, vice-président de l’Université Savoie Mont Blanc (Usmb), a souligné comme les travaux du projet Clc se situent dans le sillage d’un engagement décennal dans la recherche de l’institut sur le tourisme transfrontalier Italie-France et l’importance de continuer à étudier le phénomène. Vincent Schmitt de l’Espace Malraux – Scène Nationale de Chambéry, chef de file du Projet, a rappelé l’engagement de tous les partenaires du projet à la valorisation des territoires transfrontaliers à travers l’offre culturelle et artistique. Anna Cremonini, directrice de Torinodanza du Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, a raconté le grand effort réalisé pendant les premières années du projet par les deux théâtres de Turin et Chambéry dans la recherche des points de contact pour le dévéloppement d’une programmation commune sur les territoires. Un effort qui a mené à d’importantes collaborations transfrontalières. En particulier, Anna Cremonini a rappelé les nombreuses rencontres entre artistes, administrateurs, entrepreneurs et société civile sur les territoires des vallées du Piémont, menées par son théâtre avec le soutien de l’Association Dislivelli. Un travail de scouting territorial qui a jeté les bases d’une collaboration durable entre Torinodanza et les hautes terres autour du chef-lieu piémontais.
Marcella Rodino

www.corpolinkscluster.eu

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