Pietra vecchia, legno nuovo

3 ottobre 2012

Casa Vm
Luogo: Stroppo (Cn)
Quota: 1087 m slm
Progetto: Studio EGO Vitaminacreativa
Cronologia: 2009-2012
riferimenti: www.ego06.com

Il comune di Stroppo si trova a metà della Valle Maira, forse la più bella valle della provincia di Cuneo e sicuramente la più lunga. Si tratta di un comune composto da diverse borgate – il toponimo stesso deriva dal termine provenzale “strup”, che significa branco, gruppo, in riferimento alla sua tipologia policentrica – dislocate per lo più a mezzacosta o a fondovalle.

In una di queste borgate – Bassura – lo Studio Ego Vitaminacreativa ha da poco terminato un radicale intervento di ristrutturazione e ampliamento di una vecchia abitazione privata. La costruzione di partenza era costituita da un edificio di due piani fuori-terra a manica semplice in muratura portante intonacata, coperto da una monofalda rivestita di losette e distribuito attraverso una scala esterna in calcestruzzo (sicuramente realizzata in epoca successiva).

L’intervento da un lato ha riportato la casa alla sua condizione originaria – eliminando le superfetazioni che erano sorte nel tempo – e dall’altro ha introdotto nuovi elementi di distribuzione – un vano scala e un ballatoio – capaci tuttavia di mantenere la semplice impostazione distributiva dell’edificio preesistente. Le scelte architettoniche dell’intervento appaiono molto chiare: tutti i nuovi elementi sono facilmente riconoscibili – in primis il nuovo vano scala – perché caratterizzati dall’utilizzo costante del legno sia come rivestimento che come componente strutturale. Gli interni ricalcano la stessa logica: spazi semplici e lineari, arredi minimi, ampio uso del legno per pavimentazioni e soffitti. Le finestre che si affacciano verso la vallata circostante – contornate da una cornice in rilievo in intonaco – emergono così in modo ancora più evidente, diventando cannocchiali con cui osservare costantemente il paesaggio.

Si tratta di una piccola operazione edilizia che risulta tuttavia interessante almeno per un paio di motivi. In primis perché segue poche ma chiare regole sul recupero dell’edificio aventi lo scopo di mantenere il più possibile inalterata la preesistenza e rendere riconoscibile le nuove parti. In secundis perché risulta più “locale” di quanto appaia. Le linee contemporanee dell’architettura non ingannino: la scelta di non ricorrere alla “tradizionale” pietra – sempre più importata da terre lontane – a favore del legno – ormai oggetto nel Cuneese di una vera e propria riscoperta dovuta anche allo svilupparsi di una specifica “filiera corta”– rende questo progetto molto più autentico della maggior parte degli edifici in stile presenti in questa e altre borgate alpine della provincia.
Roberto Dini, Mattia Giusiano

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