Non ci si salva da soli: l’importanza della leva culturale
La cultura agisce liberando fantasia, rendendo possibile il sogno sul terreno della socialità. Su territori marginali come quelli montani, spesso sopiti perché poco stimolati, la cultura si offre come strumento di comunità, di visione, di cambiamento.
Unisce gruppi di persone, li rende appartenenti a una realtà più ampia. Si sta insieme per ascoltare storie, per scrivere nuove storie, per rendere attrattivi piccoli paesi, luoghi della propria identità. Si incontrano persone, esperienze, visioni e si bypassa l’euristica cognitiva, quel processo che ci aiuta ma che diventa un limite se si accentua nel “si è sempre fatto così”. Ci si apre al cambiamento, alla possibilità davvero di pensare a qualcosa di nuovo per il futuro dei propri paesaggi identitari.
E’ questo che abbiamo sperimentato e stiamo sperimentando nel Distretto Montagna Futura. La storia è quella di quattro piccoli paesi di montagna situati nella Bassa Valle Stura di Demonte, in provincia di Cuneo. Tutto parte dai comuni di Valloriate e Rittana, 80 abitanti il primo e 90 il secondo, nei quali prende l’avvio una strategia di sviluppo a base culturale. A Valloriate nel 2012 nasce il Nuovi Mondi Festival, il più piccolo festival di cinema di montagna del mondo, che vede protagonista la comunità di Valloriate animata dall’Associazione Kosmoki. Da rassegna di cinema estiva nell’arco di dodici anni si trasforma in un festival internazionale portando con sé un’ondata di entusiasmo e diventa palestra di innovazione, alla ricerca di Nuovi Mondi. A Rittana nel frattempo la strategia a base culturale investe il piccolo comune, che decide di puntare su patrimonio e contaminazione, creando reti e animando il territorio con arte e architettura: è tato creato il Museo MUDRI, con una collezione Venti Venti (opere 20 cm per 20) provenienti da tutta Italia; un sentiero tra opere d’arte immerso nella natura (il sentiero della Stella); la Bancarella dell’arte. Fatto sta che nel piccolo comune nel giro di poco hanno riaperto, dopo 20 anni di desertificazione commerciale, un negozio di generi alimentari con annesso bar, che oggi è diventata la Bottega della Comunità; un bed-and-breakfast; un’osteria e a breve una nuova attività di produzione pasta fresca. Insomma un paese rinato, dove bellezza e valorizzazione del patrimonio diventano investimenti che rendono la comunità di Rittana più attenta e orgogliosa, mentre l’animazione culturale di ciò che era e di ciò che sta diventando agisce sulla disponibilità di creare comunità più accoglienti.
È da queste due prime esperienze pioniere che nasce il Distretto Montagna Futura, che è stato possibile realizzare grazie alla disponibilità di un bando della Fondazione CRC a investire risorse per tre anni sul territorio, sperimentando per l’appunto una rigenerazione a base culturale. Ai primi due comuni se ne sono aggiunti altri due, e ognuno di essi ha scelto un linguaggio artistico: Rittana con l’arte, Valloriate con il cinema, Moiola con il teatro, Roccasparvera con la musica. Poi la parte più impegnativa del progetto, una programmazione comune per tutte le quattro comunità, che coinvolge adulti, anziani e bambini e guarda alla costruzione di nuovi pubblici. I risultati del primo anno di lavoro sono straordinari: 34 eventi e la nascita di due nuove associazioni. Ma soprattutto la consapevolezza che sono i cittadini, insieme ai quattro sindaci, ad essere coinvolti in primo piano nella programmazione delle attività culturali, creando così un’identità comune tra le quattro comunità del Distretto.
Il Distretto Montagna Futura oggi è portato avanti dai giovani, tre in totale, di cui due residenti nel territorio, che si occupano di animare, ingaggiare, comunicare le attività del distretto per creare un legame di sostenibilità che accompagni il processo investendo sulle nuove generazioni. All’immateriale che si struttura, rendendo sempre più dinamica e ecosistemica la porzione di territorio interessata dal Distretto, si affianca un lavoro di rigenerazione di nuovi spazi fisici che possano in futuro permettere nuove forme di abitabilità da trovare e promuovere attraverso reti corte e lunghe sul territorio nazionale.
La fantasia liberata dalla cultura aiuta il futuro di questi territori, dove lo stato e il mercato sembrano spesso distanti, e solo processi di innovazioni potranno nei prossimi anni permettere ai quattro comuni di entrare a pieno titolo nella contemporaneità, trovando nuove forme di abitabilità sostenibili, inclusive, capaci di costruire narrazione della montagna originali, più divertenti e accattivanti.
Silvia Bongiovanni