Meris e Péo della Casina sul Rio Merolta

9 dicembre 2016

“È primavera. In un bosco, non molto lontano da qui, c’è una piccola casa circondata da alcuni prati. Il suo nome è “La Casina”. Infatti è un edificio piccolo, con poche stanze semplici ma accoglienti. È dipinta di giallo, con le imposte marroni. All’ingresso c’è un piccolo portico delimitato da una ringhiera di legno scuro. Per arrivare alla Casina bisogna percorrere un lungo sentiero con ai lati cespugli, alberi e fiori di vario tipo. Il primo tratto è asfaltato, l’ultimo pezzo è ripido e ricoperto di terra e sassi. Per entrare nel giardino della Casina bisogna superare un piccolo cancello di legno. All’esterno c’è un recinto con gli animali: asini, capre, pecore e api. Dietro la Casina, vicino ad un gorgogliante e fresco ruscello, c’è il pollaio con galline, pulcini, conigli, tacchini, anatre, oche. Un vanitoso pavone gira libero nel prato. Tutti gli abitanti della Casina vivono felici e in armonia”. Inizia così la bella descrizione della visita da parte di una seconda elementare alla casa di montagna di Meris e Giuseppe Villani, due nuovi montanari che hanno scelto di andare a vivere in mezzo ai boschi del Comune di Caino, nella Valle del Garza, una convalle della Val Trompia, percorsa dall’omonimo torrente. Meris, classe 1970, e Giuseppe, detto Péo, classe 1971, sono nativi di Calcinato, nella Bassa bresciana. Entrambi lavorano tuttora presso lo studio fotografico della famiglia Villani.

Da tempo, per il desiderio di una vita semplice e genuina, a contatto con la natura e gli animali, Péo desiderava acquistare una casa di campagna, ma i prezzi proibitivi delle cascine di pianura ne scoraggiavano la decisione, finché, nel ’99, dopo lunghe ricerche, grazie ad un annuncio su un quotidiano locale approdano in località Frattina, nella valletta del Rio Merolta, esposta a sud, a 600 metri d’altitudine, dove era in vendita una bella proprietà di montagna con tanto terreno attorno. Per la Casina, il nome attribuito alla cascina, scocca il classico amore a prima vista e in breve tempo si conclude l’acquisto. Nel 2005 vengono completati i lavori di ristrutturazione, rifatto il tetto e i pavimenti, e di lì a breve la coppia decide di trasferirvisi a vivere, lontano dal caos delle aree urbanizzate, in mezzo a un grande bosco. Data l’ampia disponibilità di spazi verdi attorno e la voglia di trascorrere all’aria aperta il tempo libero dagli impegni lavorativi, decidono di acquistare numerosi animali. Non per ragioni di integrazione al reddito, ma per il desiderio della compagnia di coloro che considerano dei fratelli, degni di rispetto e di qualità della vita al pari di noi esseri umani. Alla Casina, giungono così asini, pecore e caprette, oltre agli animali da cortile e in particolare alle galline che forniscono quotidianamente qualche uovo. L’erba disponibile per il pascolo è abbondante. In estate, è Péo ad occuparsi della fienagione per il foraggio utile durante la stabulazione invernale, mentre in inverno è ora di fare la legna per alimentare la stufa che fornisce il riscaldamento della casa, così che quasi tutto il tempo trascorso lassù si svolge perlopiù all’aria aperta. “Ogni giorno ci alziamo al canto del gallo”, raccontano. “È un piacere consumare un caldo caffè in compagnia di cani e gatti, dopodiché, prima di scendere per andare al lavoro, è ora di dare il biberon alla Pierina, l’asinella. Poi puliamo la stalla e diamo da mangiare a capre e pecore: qui il lavoro non manca mai ed è impossibile annoiarsi”.

Mentre Péo svolge i lavori più faticosi, Meris si dedica alla cura dell’orto, dove vengono coltivati soprattutto zucche per fare il ripieno di saporiti gnocchi e finocchi selvatici per le tisane digestive, raccoglie funghi e cura i campetti di mais rosso e spinato nero con cui cucina la polenta nostrana. Una delle sue passioni è la scultura del legno, appresa durante alcuni corsi, anch’essa svolta all’aperto armeggiando motosega e scalpelli per realizzare sculture che decorano gli spazi esterni della casa. Da qualche tempo alla piccola fattoria si sono aggiunte anche le api, che producono un ottimo miele millefiori certificato biologico, contenente circa il 17% di castagno.
Questo particolare stile di vita, la presenza di tanti animali, l’immersione della tenuta nei boschi al solatìo hanno fatto sì che numerose siano le classi di insegnanti e allievi che giungono appositamente per farvi visita e vivere una mezza giornata in un contesto per loro difficilmente sperimentabile, dove vengono mostrati i vari mestieri di montagna, dove poter accarezzare gli animali, ammirare le colture dell’orto e semplicemente stare all’aria aperta. Péo accompagna i ragazzi a fare il fieno e Meris insegna alle ragazze a cucinare saporite torte con ingredienti naturali. Al termine delle visite, vengono condotti approfondimenti in classe e composte interessanti tesine. Un modo per far vivere ai ragazzi delle scuole ciò che la vita post-moderna di città non consente di apprezzare, lasciandoli purtroppo ignari di realtà agresti dall’alto valore formativo. Complimenti a Meris e Péo, esempio di affiatamento, unicità e coraggio nel portare a termine e concretizzare ideali che per molti, per vari motivi, rimangono purtroppo solo dei sogni.
Michela Capra

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