La sfida di Chamois Ski sulle nevi di Bardonecchia

31 marzo 2014

Bardonecchia costituisce uno dei centri della Valle di Susa a segno positivo in termini di flusso di nuovi residenti. Ed è anche località ormai consolidata del turismo invernale, specialmente quello rivolto alla pratica dello sci. Tanto che oggi conta 8 scuole di sci localizzate presso Campo Smith e una situata all’arrivo della telecabina dello Jafferau, la Chamois ski. Il suo direttore è Giorgio Galetto, esperto maestro di sci ma soprattutto “nuovo montanaro”, non soltanto perché arriva dalla città, attraverso una scelta consapevole, ma perché la sua visione di montagna va oltre l’immagine tradizionale.

Gli chiediamo subito: cosa lo ha portato a vivere in Valle di Susa?
«Io sono arrivato in Valle di Susa nell’aprile del 2000, a seguito di una brutta esperienza lavorativa a Torino, che mi ha visto lasciare in breve tempo, dopo un cambio della dirigenza, il circolo sportivo presso il quale lavoravo come maestro di tennis. In quel periodo facevo l’alpinista e circa due giorni alla settimana venivo in montagna. Ho pensato così di trasferirmi qui per poter avere una migliore qualità di vita. Così ho preso una vecchia baita senza riscaldamento sopra Sauze d’Oulx nel Parco del Gran Bosco e come un eremita ho ricominciato da lì».

Come è iniziata la tua attività imprenditoriale?
«Negli anni costruendo con impegno il mio percorso, prima come maestro di sci e poi con l’attività presso il circolo di tennis Chamois a Bardonecchia. Dal marchio Chamois Tennis abbiamo creato, insieme ad altri soci, il marchio Chamois Ski e oggi che siamo arrivati ad avere una scuola di sci, due noleggi e sei piste di pattinaggio il nostro marchio è diventato Chamois Ice. Un’evoluzione conquistata in quindici anni, cominciando dalla vita tranquilla che pensavo di ritagliarmi, dalla quale poi è nata una grande impresa».

Come è stato l’inserimento nella comunità?
«L’ingresso nella comunità è andato bene, prima a Sauze d’Oulx e ora, da poco, a Bardonecchia. Dal punto di vista professionale tutto si guadagna sul campo. Proprio perché nell’alta valle del turismo invernale esiste un tessuto imprenditoriale che si è consolidato nel lungo tempo e si regge su reti proprie».

Vivere in montagna può essere davvero un valore aggiunto?
«Nel momento in cui riesci a crearti una attività lavorativa che funziona qui si vive una realtà senza stress. Ben presto mi sono reso conto che la mia sventura lavorativa si è rivelata una fortuna: qui ho trovato ciò che cercavo, un’attività lavorativa in proprio, una famiglia e la possibilità di dedicarmi alle cose che desidero».

A fine intervista Giorgio Galetto ci offre una riflessione più generale sulla sua attività imprenditoriale: sottolinea come l’impegno della scuola che dirige sia anzitutto quello di lavorare a 360 gradi sul turista/cliente per farlo sentire parte di un sistema territoriale strutturato, offrendo professionalità, conoscenza del territorio e della sua storia, cortesia e accoglienza, nella consapevolezza che oggi sempre più ci si misura con un contesto internazionale competitivo e all’avanguardia nel settore. Di qui la scelta di portare la Chamois Ski su facebook come modalità di informazione e dialogo continuo con gli utenti: nuovi montanari 3.0.
Federica Corrado

Info: www.scibardonecchia.it

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