La conoscenza e la ricerca al servizio dello sviluppo locale – terza parte

2 settembre 2015

Martedì 25 agosto il cielo è finalmente sereno e il gruppo riesce a completare l’escursione programmata al col Vallet per scendere a Macugnaga. A guidarci i guardiaparco Mattia Sandrini e Chiara Leonoris che commentano le caratteristiche geologiche dei luoghi attraversati indicandoci in particolare la “Conca dell’acqua che bolle”, un originale fenomeno dovuto alla polluzione dell’acqua mista a frammenti di roccia. Ci vengono segnalati i Liscioni (rocce montonate) sotto il col Vallet e il Rockglacier (ghiacciaio di roccia) che si può ammirare  arrivando al colle. Marco Giardino mostra le modificazioni dei ghiacciai sulle rocce, i massi erratici, i diedri instabili e le rocce fratturate. Ci viene segnalata la Laida Weg, “la via dei pagani”, una cengia che attraversa il Monte Tagliaferro, oggetto di antiche leggende. Alessandro Oggioni spiega l’uso di due App per smartphone e tablet da utilizzare per compiere osservazioni accurate lungo i percorsi. Si tratta di iNaturalist ed Epicollect, la prima utile per identificare, riconoscere e analizzare flora e fauna, la seconda dedicata alle rocce. Dopo circa cinque ore di marcia con sosta al rifugio Vallet raggiungiamo il colle omonimo lungo un percorso più impegnativo in cui i fenomeni geologici dovuti all’erosione dei ghiacciai sono ancora più evidenti con effetti simili a quelli che si riscontrano nella Valle dell’Orco verso la punta Fourà.

MC colle della Bottiggia

Da col Vallet occorre attraversare una pietraia instabile per raggiungere il colle della Bottiggia, sopra Carcoforo, dove ci attende una delegazione del CAI di Macugnaga in compagnia di uno stambecco femmina. Il cammino riprende verso Macugnaga mentre la delegazione degli scienziati polacchi guidata dal prof. Zwolinsky rientra a Rima con Marco Giardino sotto la guida attenta dei guardiaparco. Il rientro avviene lungo un percorso nuovo dove possiamo ammirare le baite costruite nel 1800 dalle famiglie rimesi De Toma e Axerio con schemi più avanzati rispetto a quei tempi ripresi dal nord Europa.

Maria Cavallo Perin

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