Il futuro della montagna? Ci pensa l’Europa
Nel giugno 2010 è stata approvata la strategia denominata Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e solidale. Anche la riforma della politica di coesione e quella agricola comune (Pac) rappresentano sicuramente un’opportunità per le aree montane. Non resta che approfondirne la conoscenza per affrontare al meglio la nuova fase di programmazione 2014-2020.
Partiamo allora dai primi documenti della Commissione europea, che prevedono alcune importanti novità:
- L’adozione di un Quadro strategico comune (Common strategic framework) a tutti i fondi da parte della Commissione europea.
- Un contratto tra Commissione europea e Stato nazionale (Partnership contract) da trasmettere alla Commissione entro tre mesi dall’adozione del Quadro strategico comune, che contenga tra l’altro un approccio integrato allo sviluppo territoriale, con particolare attenzione alle aree marginali.
- L’organizzazione, da parte dello Stato membro, di partnership con le regioni e gli enti locali, con le parti economiche e sociali, con soggetti che rappresentano la società civile, compresi quelli ambientali, le organizzazioni non governative, e quelli che promuovono l’uguaglianza e la non discriminazione (Multi-level governance approach).
- La soddisfazione di condizioni preliminari per l’adozione dei programmi, come ad esempio il rispetto del patto di stabilità.
- La dimostrazione di aver raggiunto gli obiettivi previsti dal contratto, che sono quelli già definiti da Europa 2020.
- Una riserva da distribuire successivamente in base alla capacità dimostrata dallo Stato membro
L’Unione propone nuovamente:
- Un maggior coordinamento tra i vari programmi.
- Il rafforzamento delle strategie di sviluppo locale, basate sull’esperienza dell’approccio Leader; questo programma potrà essere finanziato per la prima volta anche sui fondi della politica di coesione (Por-Fesr e Por-Fse).
- Il miglioramento dei metodi di valutazione.
- Il coinvolgimento degli investimenti privati.
Per la prima volta viene richiesto espressamente un uso integrato dei fondi per il raggiungimento di obiettivi comuni, da inserire nel contratto tra Commissione e stato nazionale. Lo stato nazionale viene quindi ad assumere un forte ruolo di indirizzo e di coordinamento nell’elaborazione e nella gestione dei fondi.
Nella bozza di regolamento del Programma di sviluppo rurale si legge inoltre che è possibile un programma dedicato alla montagna. Le nuove misure descritte non solo contemplano un rilancio della strategia di sviluppo locale (Leader), ma prevedono anche il rinnovamento dei villaggi tramite un rafforzamento dei servizi essenziali e lo sviluppo di un’infrastruttura essenziale come la banda larga.
Il momento è quindi importante: si prospetta una fase importante per la definizione delle priorità su cui concentrare l’azione regionale a favore dei territori montani.
Maria Cavallo Perin