Erba böna scaccia erba cattiva

4 novembre 2014

La montagna che tesse il suo futuro, secondo una definizione del progetto “Sweet Montains”, è anche qui a Verampio, due passi da Crodo, sulle rive del Toce o “della” Toce che in questo lembo della valle Antigorio ha disegnato spettacolari marmitte in un circo glaciale senza eguali nelle Alpi. E il futuro, secondo il Consorzio Erba Böna che ha sede fra questi prati della valle Antigorio, in un capannone preso in affitto dall’Enel nei pressi della centrale idroelettrica di Crego costruita nel 1919 dal geniale Mario Portaluppi, ha il profumo dell’Achillea, del Genepì, della Malva e delle tante erbe raccolte nell’Ossola e trasformate in fragranti tisane, in squisiti bombon (bumbögn) balsamici a base di erbe officinali, nell’amaro Lepontinum distillato con genepì, genziana e achillea moscata.

Erba böna, così detta con una venatura dialettale, da non confondere con quell’altra che non tutti accettano o gradiscono.
A raccontare la storia di questa azienda nata nel 2002 in Val Cannobina, dove venne prodotta la prima tisana, è Vittorina Prina di Baceno, il cui nome figura tra i 15 soci del consorzio (sette sono donne). Di fuoco nelle vene sembra averne in buona misura questa minuta signora antigoriana che con le sue pianticelle dialoga quotidianamente.
Vittorina accoglie, mentre la intervistiamo, le scolaresche di Crodo venute a Verampio per imparare a seminare girasoli nei prati dell’Erba Böna, ma mantiene ottimi rapporti anche con l’Istituto Cobelli di Crodo che manda qui i suoi ragazzi in credito formativo, e con l’Università di Pavia, mentre sono numerose le tesi di laurea realizzate con il contributo del consorzio.

La rete dei contatti con istituzioni e istituti di ricerca si estende anche oltre confine. Un esempio? Con l’Istituto Chontey di Martigny sono in corso ricerche sullo choc da trapianto che colpisce le piantine di Valeriana passando da un vivaio all’altro. E molte sperimentazioni sul recupero di terreni abbandonati hanno come partner della Comunità Montana Val Cannobina un rinomato istituto di Olivone, nel Canton Ticino, che di questo si occupa.
Lei, Vittorina, come una piccola Heidi pascolava nella sua infanzia le mucche paterne all’Alpe Devero. Ma già a 14 anni svelò la sua tempra destreggiandosi nella guida del trattore. Poi viene il matrimonio, arrivano tre figli meravigliosi che studiano e se ne vanno in giro per il mondo, il marito decide di dedicarsi alla frutticoltura… E Vittorina, desiderosa di realizzare i suoi sogni di imprenditrice, entra nel progetto dell’Erba Böna a cui aderiscono via via tutte le vallate della provincia Verbano Cusio Ossola.
«Per risalire alle origini del Consorzio Erba Böna», spiega aggirandosi fra essicatori, macchine confezionatrici e profumatissimi depositi dove le erbe vengono conservate in sacchi contrassegnati dal nome del produttore, «bisogna fare un passo indietro fino al 2001, anno in cui viene costituita l’omonima associazione grazie ad un progetto Interreg per la promozione della coltivazione delle piante medicinali nelle valli del sud delle Alpi, nato dalla collaborazione transfrontaliera con la vicina Svizzera e più precisamente tra il Canton Ticino e la Comunità Montana Valle Cannobina».

«Ad animare i primi fondatori dell’associazione», continua Vittorina, «è la volontà di recuperare alcuni terreni situati nelle aree limitrofe ai paesini con la coltivazione di erbe officinali per strapparli all’abbandono. Le coltivatrici donne sono le prime ad aderire entusiaste.
Nello stesso anno viene installato il primo essiccatoio a Cavaglio Spoccia in Valle Cannobina».
Il progetto nel corso degli anni si consolida e si rafforza. È il 2004 quando viene installato un essiccatoio a Verampio per poter agevolare i numerosi coltivatori della valli ossolane più settentrionali come la Formazza e l’Antigorio. Ormai è fatta. Tutta l’attività del consorzio di cui fanno parte 15 soci (sette sono donne), si concentra in questo lembo di terra incuneato nelle Alpi Lepontine e confinante con i cantoni svizzeri del Ticino e del Vallese. Nel 2009 grazie al progetto Proalpi il consorzio si dota di nuovi macchinari per l’estrazione e la lavorazione delle erbe, tutte provenienti dal territorio ossolano.
Tra il 2001 e il 2007 vengono messe in campo almeno 40 specie diverse di cui vengono rilevati i parametri agronomici, per valutarne la possibilità di coltivazione. L’elenco delle specie coltivate si allunga.
”Erba Böna” ottiene la certificazione Bio e diffonde la coltivazione biologica di piante aromatiche e medicinali, secondo le “norme di buona pratica agricola” (Gap Good Agricutural Practise). Le analisi vengono commissionate all’Istituto Abic di Verbania.
Dal 2009, infine, è in atto una collaborazione con le Terme di Premia in valle Antigorio per lo sviluppo di prodotti per il wellness. Chi voluttuosamente si tuffa a Premia nel tepore delle sue acque a 35 gradi sa di poter approfittare anche di un parallelo percorso benessere, tra i paradisiaci effluvi dell’erba böna.
Roberto Serafin

Info: www.erbabonavco.it

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