Area attrezzata Perabacù

2 novembre 2011

Luogo: Località Chiapili, Ceresole Reale (To)
Cronologia: linee guida 2006/2007, progetto 2008, cantiere didattico 2009, fine lavori 2011

Linee guida
Coordinamento progetto didattico: arch. Luca Barello con Eva Goldschmidt, Politecnico di Torino – Facoltà di Architettura II – sede di Mondovì
Studenti: Giacomo Chiaramello, Giovanni Grosso, Cristina Manera, Valentina Marchese, Enrico Marengo, Davide Mulattieri, Mirko Nonnis, Paolo Odello, Marta Peisino, Emanuele Pellegrino, Gloria Gerbaudo, Andrea Giordano, Danilo Marcuzzo, Maurizio Proietti, Francesco Rovera

Realizzazione
Progetto e direzione lavori: arch. Rachele Vicario (coordinamento), Andrea Delpiano, Paolo Mana con Enrico Boffa e Claudio Mana
Responsabile del procedimento per il parco: arch. Barbara Rosai
Impresa esecutrice: Roalpi s.r.l.

Ormai da alcuni anni è in corso una prolifica collaborazione tra il Parco Nazionale del Gran Paradiso e la Facoltà di Architettura II del Politecnico di Torino; una collaborazione basata sull’intreccio tra didattica e pratiche ordinarie di costruzione che aveva già portato alla realizzazione dell’altana per l’osservazione faunistica di Valprato Soana – presentata nel numero 17 di questo newsmagazine.
La nuova esperienza tra il Parco Nazionale e la didattica del Politecnico non è più stata incentrata sul disegno e l’autocostruzione – attraverso un cantiere didattico – di un piccolo oggetto quanto su una riflessione più generale, mirata alla definizione di una serie di “linee guida” per il disegno dei nodi di accesso al parco: luoghi in cui i visitatori lasciano le auto per intraprendere lunghe passeggiate, conoscere il parco o anche solo svagarsi in limitrofe aree attrezzate. Il tema, oggetto del “Laboratorio di Progettazione architettonica II” della sede di Mondovì della Facoltà di Architettura II coordinato dall’arch. Luca Barello, ha portato quindi gli studenti a confrontarsi con questioni che spaziavano dai grandi assetti paesaggistici – i versanti, i percorsi, le vedute – ai problemi costruttivi del disegno di dettaglio. L’esperienza didattica non è stata fine a se stessa: il risultato finale del laboratorio – un masterplan capace di raccogliere gli spunti emersi dalle proposte dei gruppi più meritevoli – ha infatti fornito al Parco un primo strumento attraverso cui confrontarsi  con i diversi attori territoriali quali le varie comunità locali e le associazioni di appassionati. Queste linee guida hanno poi rappresentato la base su cui impostare il progetto di alcune specifiche aree, in particolare l’area attrezzata di Perabacù.
L’area progettata dagli Architetti Vicario, Delpiano e Mana e inaugurata l’estate del 2011 si trova in Alta Valle Orco e rappresenta uno dei punti privilegiati da cui accedere ai sentieri escursionistici del parco. Si caratterizza per la presenza di due differenti zone collocate lungo un percorso preesistente.
La prima zona è dedicata a parcheggio e punto informazioni. I progettisti, seguendo le linee guida del Politecnico, hanno evitato di realizzare un unico edificio che contenesse tutte le funzioni necessarie – servizi igienici, pannelli esplicativi, spazi espositivi – realizzando una serie di piccole tettoie triangolari che, in alcuni casi, coprono scatole lignee indipendenti.
La seconda zona è caratterizzata invece da una serie di luoghi per il gioco e lo svago: una passerella lignea e un percorso ludico dividono in modo netto una piccola torbiera esistente da un prato dedicato al pic-nic e punteggiato da piccoli oggetti dal disegno falsamente spartano: griglie per arrostire la carne, fontane, sedute.
La collaborazione tra Politecnico e Parco non è tuttavia finita qui: all’interno della fase realizzativa, si è infatti ritagliato lo spazio per un cantiere didattico mirato alla costruzione della passerella lignea a cui ha partecipato parte degli stessi studenti che avevano definito le linee guida. Anche con questa nuova esperienza quindi gli studenti hanno potuto seguire tutte le fasi di un progetto, dalla sua ideazione alla sua realizzazione avendo modo di verificare – o falsificare – le proprie convinzioni e scelte progettuali.
Mattia Giusiano e Roberto Dini

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