La mostra fotografica presenta alcune delle comunità straniere indagate nel corso di una ricerca realizzata da Maurizio Dematteis, finanziata dall´Istituto Paralleli (Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest) e dall'Associazione di promozione della cultura occitana Chambra d'Oc.
14 giovani coppie per “raccontare” le vallate alpine del Piemonte attraverso le immagini di chi la montagna la vive 365 giorni all’anno. Un tentativo di tuffarsi nel tessuto sociale ed economico delle terre alte attraverso i racconti di testimoni privilegiati. Chi alleva capre, chi produce formaggi, chi coltiva fragole, chi fa il muratore, chi lo scrittore, chi gestisce un esercizio pubblico. Tante storie differenti con alcuni punti in comune che indicano i nodi da affrontare per rendere oggi “vivibile” la montagna.
Un festival fotografico per veicolare un’immagine di sviluppo e innovazione delle Alpi. Con workshop gratuiti indirizzati a giovani fotografi per mettere a confronto l'esperienza di chi insegna con la freschezza di occhi e menti giovani.
Rappresentare la montagna tra folle e desertificazione. Questa la sfida raccolta dal fotografo Giacomo Chiesa. Che mette a disposizione dei visitatori del sito Dislivelli.eu alcuni suoi lavori fotografici.
All’interno delle ricerche legate alle pressioni indotte sull’ambiente a causa di impatti antropici, un esempio particolarmente stimolante è costituito dall’inquinamento luminoso.
Di Alberto Di Gioia e Giacomo Chiesa. Foto: Giacomo Chiesa
Seconda puntata a firma Di Gioia-Chiesa per presentare una galleria fotografica su un aspetto particolare delle Alpi della contemporaneità: le fruizioni massivore del territorio da parte della popolazione.
L’ultima puntata della serie fotografica Chiesa-Di Gioia è dedicata a una riflessione sui luoghi di risulta legati alla fruizione massivora di cui si è parlato il mese precedente. Le aree a parcheggio, sia nei periodi di piena che nei periodi di magra, sono spesso un’icona piuttosto simbolica dei non-luoghi della montagna di oggi, ordinari junkspaces oscillanti tra il sovrasfruttamento intensivo e il semiabbandono, in questo caso manifestazione simbolica di ciò che Gilles Clément definirebbe come terzo paesaggio.