Violare le Cime Bianche

2 novembre 2016

Il Vallone di Courtoud o delle Cime Bianche, che dalla testata della Valle d’Ayas risale fino al passo che la mette in comunicazione con la valle del Cervino, potrebbe essere conosciuto come uno dei più belli e di maggior interesse delle Alpi. Una perla che solo Ayas avrebbe la possibilità di vantare e per questo potrebbe rappresentare una gran fortuna per l’economia della Valle. Invece no. Perlomeno per ora non è nulla di tutto questo: né conosciuto (a sufficienza), né valorizzato. Il Vallone delle Cime Bianche è un paesaggio di straordinaria bellezza da attraversare e in cui immergersi; è un luogo ricco di storia: basti pensare ai walser per i quali era una via di comunicazione importantissima usata per raggiungere, tramite il Teodulo, la svizzera oppure al Ru Courtoud, opera incredibile di canalizzazione che da 600 anni porta l’acqua del ghiacciaio del Ventina ad irrigare l’arida collina di Saint Vincent; è anche uno dei migliori esempi di biodiversità alpina sia dal punto di vista floreale che faunistico; inoltre, il fatto che sia il punto di incontro della placca africana e di quella europea, lo rende un luogo unico anche dal punto di vista geologico: le tre cime di roccia bianca da cui prende il nome sono niente di meno che isole coralline che si sono innalzate con tutto il fondo oceanico; infine, siamo in presenza di vastissimi giacimenti di pietra ollare, utilizzata fin dall’epoca tardo romana. Bastano solo questi cenni per rendere l’idea del tesoro di cui stiamo parlando. Purtroppo (come avevamo già riportato nel numero di novembre 2014) sembrerebbe che l’unico progetto per questo vallone sia un collegamento funiviario tra i comprensori sciistici Monterosa Ski e del Cervino.

Qualcuno però non si rassegna all’idea di questo spreco. Queste persone, residenti e non, accomunate dall’amore per la Valle d’Ayas, riunendosi nel Gruppo di lavoro “Ripartire dalle Cime Bianche” hanno iniziato a produrre materiale (si veda il dossier), escursioni e incontri per far conoscere a tutti di che si parla quando si dice “Vallone delle Cime Bianche” e a proporre soluzioni alternative per valorizzarlo. Quest’estate dalle riunioni del Gruppo di lavoro ospitate dallo storico hotel Monte Cervino a Frachey (che è anche luogo Sweet Mountains) è emersa l’esigenza di organizzare un convegno per portare ulteriormente l’attenzione su un dibattito dal cui esito dipenderà senza dubbio il futuro della valle. Il convegno si terrà sabato 3 dicembre, significativamente alle porte di una nuova stagione sciistica, al centro congressi Monterosa Terme di Champoluc. Saranno proposti interessanti spunti e riflessioni su presente e futuro del turismo, ma anche su altre possibili opportunità economiche come “la nuova agricoltura delle terre alte”. Il giorno seguente, chi lo desidererà, si potrà immergere nella bellezza del paesaggio invernale della testata della Valle d’Ayas con un’escursione (con ciaspole se la neve lo richiederà): perché a volte toccare con mano e vedere con i propri occhi val più di mille parole. Partendo da Saint Jacques si salirà al Pian di Verra inferiore, splendida apertura sui ghiacciai del Monte Rosa. Successivamente si traverserà verso Resy, antico insediamento walser, dove si pranzerà nell’accogliente rifugio Ferraro, altro luogo Sweet Mountains, e da dove si può godere di una suggestiva vista verso ovest sul Vallone delle Cime Bianche.
Luca Serenthà

Info: https://goo.gl/YCW0if
https://goo.gl/LolBLF

Commenti: 2 commenti

  1. Liliana Gaspard scrive:

    Concordo…

  2. silvio scrive:

    Conosco Champoluc e le Cime Bianche bellissime.
    E’ ora di finirla con queste pseudo valorizzazioni

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