Turismo religioso: le potenzialità dei Sacri Monti

3 febbraio 2012

Le nostre montagne sono popolate di presenze religiose, erette nel corso del tempo per affermare fede e devozione. Edicole e piloni votivi, viae crucis, piccole cappelle e chiesette, ritmano qua e là il paesaggio naturale, segnano l’ingresso in una borgata, ci accompagnano lungo i sentieri verso cime spesso sormontante da grandi croci. A queste realtà, curate direttamente dalle comunità locali, si aggiungono luoghi di culto, più grandi e organizzati, capaci di attrarre insieme ai credenti gli amanti dell’arte e della cultura: sono i santuari, 309 in Piemonte, molti dotati di efficienti servizi per l’ospitalità.
Ci sono poi altre strutture pensate per lo svago e il relax. Alcune favoriscono l’aggregazione sociale delle famiglie e dei gruppi (oasi alpine, piccoli alberghi e case per ferie), altre si propongono come momenti di raccoglimento e riflessione (foresterie, monasteri, centri di spiritualità). Un ampio panorama di offerte mirate a soddisfare le diverse esigenze, che la Commissione ecclesiastica regionale intende coordinare per indicare alle parrocchie le varie opportunità di scelte: gite, visite, trekking.
La montagna è un luogo privilegiato del turismo religioso. Sull’arco alpino, spesso in prossimità di incantevoli laghi di origine glaciale, sorgono 7 Sacri Monti piemontesi e 2 lombardi, che da una decina d’anni fanno parte della Lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Sono luoghi di fede particolari, opere architettoniche piene di fascino, inserite in ambienti di elevato valore naturalistico e risultano tra le espressioni più qualificate del turismo religioso. Dopo un’oscura parentesi di abbandono e degrado (1940-1980), i Sacri Monti hanno recuperato la loro integrità e ora sono tutelati e ben conservarti.

I Sacri Monti piemontesi sono inseriti nel sistema regionale delle Aree protette e raggruppati in un unico ente gestore, ma la loro storia antichissima emerge sempre dal fondo per mostrarne le specifiche individualità. Ciascun Sacro Monte possiede una spiccata identità, frutto dei legami con le popolazioni locali. Un fatto che emerge in molti campi, compreso il rilevamento dei dati dei frequentatori, difficilmente comparabili perché disomogenei. Una stima non recente (2005) mette in luce che i visitatori dei Sacri Monti del Piemonte sono oltre un milione all’anno, distribuiti in modo assai diverso.
Escluso Belmonte, dove manca un dato ufficiale, le presenze risultano 18.000 a Domodossola, 20.000 a Ghiffa, 51.000 a Orta e 68.000 a Varallo. Decisamente diversa la situazione a Crea con 237.000 e a Oropa con 750.000 presenze: qui bisogna considerare il ruolo trainante esercitato dai rispettivi Santuari, in grado di attrarre pellegrini e turisti da zone più lontane. La provenienza dei gruppi organizzati italiani, a Crea e Oropa, in ordine decrescente, è Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, quella dei gruppi stranieri è Svizzera tedesca, Germania, Austria, Polonia, mentre i visitatori singoli provengono da Piemonte, Lombardia e Francia. A Oropa è disponibile un servizio di accoglienza di prim’ordine (600 posti letto suddivisi in 4 categorie e 13 ristoranti), che coinvolge ambiti del turismo congressuale e del soggiorno montano estivo. Da un’indagine dell’Università Bocconi (2011), emerge comunque la schiacciante frequentazione dei Sacri Monti da parte di piemontesi e lombardi (85%), l’80% dei quali di età superiore ai 45 anni.

Accomunati dall’affinità tematica ma localizzati in contesti geografico-ambientali assai diversi, i Sacri Monti piemontesi sono impegnati nella ricerca di comuni obiettivi di valorizzazione, per costruire una rete di promozione condivisa, specializzata e internamente non competitiva. Alcuni convegni di livello internazionale organizzati dal Centro di Documentazione Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei (con sede a Crea) e la Borsa biennale dei percorsi devozionali e culturali (organizzata a Oropa), contribuiscono a rinnovare l’immagine di questi luoghi, proponendo nuove prospettive interpretative che li individua come significativi punti di riferimento del dialogo interreligioso e interculturale, proiettandoli dal livello locale sullo scenario mondiale dei beni culturali.
Le iniziative finora realizzate dalla pubblica amministrazione non hanno però stimolato l’interesse di coloro che vivono nei pressi dei Sacri Monti. Forse abituati a considerare quel bene come una semplice realtà locale, i privati non sanno cogliere le opportunità offerte e non sviluppano quelle attività di contorno necessarie a trasformare le potenzialità dei luoghi sacri in positive ricadute economiche e culturali.
Enrico Massone

Scheda sul Turismo religioso
Scheda sui “Sacri monti di Piemonte e Lombardia”

Commenti: 1 commento

  1. turismoceleste scrive:

    E’ interessante vedere che anche i centri minori hanno capito l’importanza del turismo religioso, per rilanciare il turismo locale ma anche le tradizioni e la cultura del luogo.
    Noi di http://www.turismo-celeste.it/ da anni spingiamo in questa direzione perchè l’Italia è un paese ricco di destinazioni che devono e meritano di essere segnalate.

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