Turismo alpino: porre dei limiti per garantire la qualità della vita

8 giugno 2018

Il turismo ha portato un relativo benessere nelle Alpi, di ciò siamo tutti consapevoli. In molte regioni continua ad essere la più importante fonte di reddito, molti paesi si sarebbero inesorabilmente spopolati se non ci fosse stato uno sviluppo turistico. Ma il turismo comporta anche sfide da affrontare, come i rischi di sovra sfruttamento, la pressione su ecosistemi fragili o la crescita incontrollata. Perché troppo turismo alimenta in molte località un crescente scetticismo dei locali nei confronti del turismo e la stessa attrattività dei luoghi, legata a tranquillità, aria pura, paesaggio e natura intatti può via via venir meno.
Di turismo e qualità della vita – per i cittadini delle località turistiche innanzitutto – si è dibattuto a Bled, località turistica delle Alpi slovene, in occasione della recente conferenza annuale della Cipra dal titolo “Turismo alpino: qualità della vita compresa!”.

Località in cui la popolazione triplica nella stagione turistica, ma che poi si trovano ad avere nelle cosiddette basse stagioni locali chiusi e una riduzione dei servizi per chi ci vive tutto l’anno. Posti di lavoro di bassa qualità, non destinati alla domanda locale e incremento del valore immobiliare. Traffico e colonne di macchine nei fine settimana, movida chiassosa e parcheggi intasati nei periodi di punta, turismo “mordi e fuggi”. Tutto questo non va certamente nella direzione di una miglior qualità della vita.
Cipra Internazionale e Rete di Comuni “Alleanza nelle Alpi” (associazione in collaborazione della quale quest’anno è stata organizzata la conferenza) hanno condiviso un documento contenente le indicazioni in 12 passi per una maggiore qualità della vita nelle località turistiche alpine (https://goo.gl/zUXtqD). Per la Cipra così come per i comuni alpini è necessario seguire la rotta verso un turismo sostenibile attraverso la gestione dei flussi turistici, la promozione di forme di turismo che portano i turisti a pernottare in loco e la possibilità di fissare dei limiti in termini di capacità per le destinazioni.
Oggi località famose al di fuori delle Alpi come Venezia, Barcellona, Amsterdam stanno facendo i conti con i problemi del turismo di massa, pensando all’introduzione di limiti e numero chiuso. Anche in molte località alpine bisognerà presto fare i conti con la pericolosa spirale della crescita turistica. Ad esempio, la località turistica che ha ospitato la conferenza, Bled, pur essendoci la richiesta, non ha in programma un ulteriore sviluppo dei posti letto ritenendo che l’attuale numero di posti sia adeguato per mantenere ciò che Bled offre ai suoi visitatori: pace, natura e relax. Privilegi che devono essere goduti anche dagli stessi abitanti di Bled.
Soluzioni sostenibili devono essere elaborate insieme alla popolazione, anche a chi non opera direttamente nel settore turistico. E’ stato sottolineata, inoltre, l’importanza di buone condizioni di lavoro e di modelli operativi alternativi, per dare al mercato del lavoro turistico un’impostazione più attraente per i residenti.
Francesco Pastorelli

Per maggiori informazioni: https://goo.gl/e7PKBX

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