Tuff: a che punto siamo?

8 maggio 2019

Il 5 maggio del 2018 è entrato in vigore il Decreto legislativo 3 aprile 2018 n. 34, dal titolo Testo Unico in materia di Foreste e Filiere Forestali (Tuff), pubblicato in Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 92 del 20 aprile 2018. Il Tuff costituisce la nuova Legge Quadro nazionale in materia di selvicoltura e filiere forestali, e definisce gli indirizzi normativi unitari e il coordinamento di settore per le regioni e i ministeri competenti.
Il Decreto, prima e dopo la sua approvazione, è stato oggetto di un vivace dibattito che ha riguardato sia procedure e tempistiche relative alla sua approvazione sia i contenuti trattati. Una parte rilevante di queste discussioni è dovuta al fatto che la materia foreste, nella legislazione italiana, è articolata e condivisa tra regioni, province autonome e tre differenti ministeri: Ministero delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft); Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm); Ministero dei beni e delle attività culturali (Mibac).
In particolare le regioni e le province autonome hanno la competenza sugli aspetti gestionali e patrimoniali, il Mattm ha competenza in materia di tutela e conservazione dell’ambiente e della biodiversità mentre il Mibac ha competenza sulla conservazione del paesaggio. Il ruolo del Mipaaft, Ministero di appartenenza della Direzione generale delle foreste (Difror) che ha coordinato il processo istituzionale previsto dalla Legge delega che ha portato alla promulgazione del Tuff, è diverso rispetto a quello degli altri Ministeri coinvolti in quanto non esercita una competenza diretta ma solo un ruolo di indirizzo e coordinamento per quanto riguarda gli aspetti gestionali e patrimoniali.


Quadro riassuntivi delle competenze ministeriali e regionali-provinciali nella materia “foreste”.
Questa articolazione giustifica il fatto che la normativa che riguarda le foreste è soggetta ad una lunga fase di contrattazione, che vede coinvolte diverse amministrazioni, e la sua comprensione e interpretazione richiede una conoscenza approfondita di norme e sentenze che è difficile trovare tra i non addetti ai lavori. Per questi motivi, oltre che per altri legati alla specificità della materia, il Tuff ha previsto la definizione di nove Decreti attuativi.


Quadro riassuntivo dei 9 Decreti attuativi previsti nel TUFFF e dei soggetti istituzionali coinvolti nella loro stesura. Tratto da “Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi, n. 234, pag.8 (a cura di Luigi Torregiani, progettazione grafica di Maria Cristina Viara)

Per la stesura di tali Decreti attuativi la Dirfor ha previsto un percorso di consultazione interistituzionale.


Percorso di consultazione interistituzionale per l’approvazione dei Decreti attuativi (su gentile concessione della Direzione generale delle Foreste)

Questo percorso è partito da un questionario consultivo che è stato proposto dalla Rete rurale nazionale (Rrn) a regioni e province autonome e ad una analisi dello “stato dell’arte” delle conoscenze e normativo redatto, per ogni specifico argomento oggetto di Decreto, dalla Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef).
Lo scorso febbraio la Dirfor ha poi istituito 9 gruppi di lavoro che coinvolgono oltre 100 esperti designati dalla stessa Dirfor, da regioni e province autonome, da università e società scientifiche, da accademie e ordini professionali, da associazioni di categoria e professionali, da sindacati e associazioni ambientaliste.
Il ruolo dei gruppi di lavoro è quello di analizzare i documenti predisposti da Rrn e Sisef e, attraverso un confronto all’interno del gruppo che prevede sempre componenti che hanno diversi ruoli istituzionali, predisporre una prima bozza della strategia forestale nazionale o, in ottemperanza al ruolo di indirizzo e coordinamento del Mipaaft, di linee guida o di criteri minimi nazionali relativi al Decreto di competenza. A partire da questa prima bozza di lavoro e attraverso successive fasi che coinvolgeranno diversi attori, i più importanti dei quali sono il Tavolo di filiera (previsto dal Comma 3, Art. 14 del DL 3 aprile 2018 n. 34), la Conferenza Stato Regioni ed il confronto tra i diversi ministeri coinvolti, si arriverà alla stesura definitiva dei Decreti.
Il processo prevede dunque diversi passaggi ma, visto il forte supporto e sostegno al suo sviluppo offerto sia dalla Dirfor, sia dal sottosegretario Manzato, potrebbe auspicabilmente concludersi nell’arco di alcuni mesi. Una volta concluso il processo ed emanati i Decreti le regioni e le province autonome, che hanno la competenza primaria, avranno 180 giorni per adeguare la normativa regionale a criteri minimi nazionali e linee guida ma avranno anche la possibilità di definire criteri e linee più ambiziose, sempre in linea con quanto previsto dalla normativa nazionale.
Il processo è quindi lungo, impegnativo ed il risultato finale sarà inevitabilmente frutto di mediazioni tra componenti che, comunque, condividono l’interesse e l’aspettativa di valorizzare gli interessi sociali, economici e politici di tutela e conservazione del patrimonio forestale. Infine deve essere riconosciuto alla Dirfor che tutto l’iter che ha portato alla redazione del Tuff e dei successivi Decreti attuativi rappresenta uno dei maggiori e più confortanti esempi di collaborazione interistituzionale e di collaborazione tra amministrazioni pubbliche, ricercatori, rappresentanti dei settori produttivi e della società civile di cui abbiamo avuto esperienza nel nostro Paese.
Renzo Motta, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli studi di Torino

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