Trasporti nelle Alpi: a che punto siamo

31 maggio 2016

In vista dell’inaugurazione del tunnel ferroviario del Gottardo ed ad oltre vent’anni dall’entrata in vigore della Convenzione delle Alpi, il 20 maggio scorso a Milano Cipra Italia ha fatto il punto sulla situazione dei trasporti sul versante italiano dell’arco alpino, fra progetti di nuove grandi opere e ritardi cronici nell’attuazioni di politiche trasportistiche.
Dopo l’inaugurazione della galleria di base del Gottardo, nel 2020 è prevista l’apertura del tunnel del Monte Ceneri che, insieme a quello del Lötschberg già in funzione, andrà a completare il sistema Alptransit. Ma al momento tutto lascia intendere che il nostro Paese non abbia saputo approfittare dell’occasione creata dalla Svizzera e si faccia cogliere impreparato a ricevere sulla propria rete ferroviaria l’impatto della valanga di merci che arriverà e che invece di proseguire il viaggio su ferro finirà per riversarsi su centinaia di migliaia di Tir, aggravando il quadro di inquinamento delle valli alpine e della Pianura Padana.

Il dossier curato da Cipra Italia, al quale hanno collaborato esperti in materia di trasporti, fa il quadro degli scenari e delle politiche del trasporto evidenziando una serie di criticità presenti ai vari valichi dell’arco alpino italiano e confermando come le istituzioni italiane siano incapaci di affrontare la tematica trasportistica mediante politiche dei trasporti e della mobilità, ma continuino a privilegiare le politiche infrastrutturali. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che oggi i decisori politici si occupano solo di stabilire dove dovranno transitare i treni, trascurando invece quegli strumenti economici, fiscali ed organizzativi necessari per ottenere effettivamente il trasferimento modale. Emblematico è l’esempio delle nuove linee ferroviarie ad alta velocità/capacità alle quali vengono destinate ingenti risorse senza tuttavia perseguire il trasferimento modale sulle linee esistenti, tutt’altro che sature, intervenendo sui fattori che generano il trasporto o mediante misure economiche, fiscali ed organizzative.

La Convenzione delle Alpi attraverso il Protocollo Trasporti impone ai Paesi alpini un obiettivo di riduzione del traffico di transito, la rinuncia a realizzare potenziamenti della viabilità di attraversamento alpino e una decisa politica di sostegno al trasporto su ferro, anche basata su strumenti regolativi di natura economica e fiscale. Tuttavia dagli anni 70, mai come oggi, le Alpi sono state minacciate da progetti stradali. In tutti i paesi alpini sono in programma o già in costruzione potenziamenti degli assi di transito attraverso le Alpi.
Il Protocollo trasporti, elemento chiave di tutta la Convenzione delle Alpi, avrebbe tutte le potenzialità per costituire il fondamento di una politica dei trasporti ambiziosa e coordinata tra l’Italia e gli altri Paesi alpini, ma anche tra lo Stato italiano e le Regioni alpine. Purtroppo al momento le potenzialità di questo strumento sono state colte in minima parte.
Nel dossier la Cipra avanza una serie di richieste che vanno dalla piena attuazione del Protocollo trasporti, a partire da una politica efficace di trasferimento del traffico delle merci dalla strada alla ferrovia, possibilmente coordinata in tutto l’arco alpino, al contenimento degli effetti del traffico di attraversamento ai valichi e lungo le valli, all’utilizzo delle capacità ferroviarie oggi disponibili e non sfruttate.
Francesco Pastorelli

Il dossier completo è scaricabile sul sito http://www.cipra.org/it/cipra/italia

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