Tira una brutta aria, proviamo a cambiarla?

2 dicembre 2015

Premessa: 21 CoP
Dal 30 novembre al 11 dicembre si svolgerà a Parigi la XXI Conferenza delle Parti, 21 CoP, organizzata dalla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC). La Convenzione è un trattato ambientale internazionale sviluppato e redatto alla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (United Nations Conference on Environment and Development, UNCED), svoltasi a Rio de Janeiro nel 1992, a cui presero parte 172 governi, 108 capi di Stato o di Governo, 2.400 rappresentanti di organizzazioni non governative e oltre 17.000 persone.
L’obiettivo della Conferenza di Parigi è quello di concludere un accordo sul clima, per la prima volta dopo 20 anni, vincolante e universale, accettato da tutte le nazioni, che punti a limitare il riscaldamento globale sotto i 2° C.

Promotore della Petizione: Mountain Partnership
Mountain Partnership è un’alleanza tra governi e organizzazioni internazionali, nata nel 2002 a Johannesburg, nell’ambito del Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (World Summit on Sustainable Development WSSD, conosciuta anche come RIO +10). Ne fanno parte più di 250 soggetti, fra governi e organizzazioni nazionali e internazionali. L’Italia, insieme alla Svizzera, alla Fao e all’Unep, è tra i fondatori di questa alleanza, il cui obiettivo è perseguire uno sviluppo sostenibile delle montagne di tutto il mondo, per migliorare la qualità della vita e salvaguardare l’ambiente.
La Petizione internazionale a favore delle popolazoni e degli ecosistemi della montagna colpiti dai cambiamenti climatici
Mountains Partnership ha lanciato nei mesi scorsi l’International Petition on Mountain Ecosystems and Peoples affected by climate change per chiedere ai delegati europei alla Cop21 di Parigi di inserire tra i temi dell’evento le grandi sfide ambientali della montagna, al fine di arginare le conseguenze negative del cambiamento climatico sulle Terre Alte.
La petizione domanda alla Conferenza di Parigi di riconoscere l’importanza globale delle zone montane come fornitori di acqua, fonti di diversità culturale e biologica nonché luoghi di grande rilevanza spirituale, ricreativa, turistica e storica.
Nel documento si sottolinea inoltre che nelle zone montane il cambiamento climatico comporta alterazioni repentine e preoccupanti (talvolta più velocemente che in altre regioni del pianeta), in particolare riguardo a tre aspetti:
1) le condizioni di vita delle popolazioni di montagna e la sicurezza delle comunità locali compromesse dall’aumento di eventi calamitosi dettati dal mutamento delle precipitazioni e dalla distruzione delle foreste.
2) lo scioglimento dei ghiacciai e della copertura nevosa significativamente ridotta in molte parti del mondo, che mettono a rischio la fornitura d’acqua, vitale soprattutto durante le stagioni secche, con effetti devastanti per la sicurezza alimentare e lo sviluppo economico, sia delle popolazioni a monte sia di quelle a valle.
3) la perdita di biodiversità, in quanto le piante di montagna e gli animali sono molto sensibili e vulnerabili al cambiare delle condizioni ambientali.
La petizione chiede quindi di incoraggiare e sostenere i governi e gli stakeholder affinché adottino urgentemente misure adeguate – anche attraverso il rafforzamento di meccanismi di cooperazione e di modalità di finanziamento – per migliorare la qualità della vita delle popolazioni di montagna e salvaguardare gli ecosistemi.
In altre parole si richiede che le montagne siano incluse, in modo adeguato, nei negoziati sul cambiamento climatico e nelle politiche di adattamento e di mitigazione.
Poiché sono state superate le 5000 firme, la petizione sarà presentata ai delegati COP21 dalla delegazione italiana. In particolare dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni e il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti.
Silvia Guerra

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