Qui ho la natura che mi fa stare benissimo

16 luglio 2018

Ancora una volta facciamo visita alle Pertiche di Val Sabbia (Bs), per presentare una nuova esperienza di ritorno alla vita contadina di montagna: vi presento Andrea Massetti, finora il più giovane protagonista di questa rubrica, che di recente ha avviato la sua azienda agricola presso Sar, località situata a nord dell’abitato di Avenone a 1000 metri di quota, in Comune di Pertica Bassa. Andrea, classe 1990, è nativo di Chiari, cittadina della pianura occidentale bresciana. A spingerlo fin quassù è stato l’amore per la natura, la montagna e la vita semplice a ritmo delle stagioni per la quale ha sempre sentito una particolare vocazione: “A Chiari ho studiato Grafica pubblicitaria, ma non ero un bravo studente”, racconta Andrea in una pausa dal primo taglio estivo del fieno. “Dopo l’attestato di terza superiore ho fatto vari mestieri.

Nel 2011, grazie alla conoscenza di un amico ho trovato lavoro in agriturismo nell’entroterra del Lago d’Iseo, dove badavo alle capre e curavo i frutteti. Da quell’esperienza è nato tutto: ho capito che dentro di me era forte il desiderio di vivere in montagna in simbiosi con la terra, da cui trarre ciò di cui vivere. Le mie radici si facevano sentire: da piccolo trascorrevo tutte le estati in Val Camonica, dove stavo sempre benissimo, e ho avuto un nonno di origini contadine che mi portava in campagna a fare lo sfalcio dell’erba, a vedere la mietitura del mais, a controllare le galline, da me vissuti come un gioco più che come un lavoro. Dopo l’esperienza in agriturismo, nel tempo libero mi sono dedicato a cercare un fondo rurale di montagna da acquistare, dove poter realizzare il sogno coltivato per tanti anni: ciò che desideravo era una cascina non troppo costosa situata in un ambiente incontaminato, con una buona esposizione al sole, un terreno adatto alle tipiche coltivazioni rustiche e al pascolo per animali, non troppo distante da casa per poter andare a trovare la mia famiglia con facilità. Tante ricerche sono state vane, ma a un tratto, per caso, ho trovato un annuncio su internet. La Val Sabbia era l’unica valle bresciana che non avevo ancora perlustrato; sono venuto a vedere il fienile in Sar, mi è piaciuto, e nel 2014 l’ho acquistato assieme ad altri due amici. L’idea iniziale era quella di creare una realtà agricola in comune coltivando per l’autosufficienza e vendendo le eccedenze, ma nel breve tempo di una stagione tra noi hanno iniziato a emergere insanabili divergenze. Ho capito che se ci sono di mezzo i soldi e non si è sulla stessa lunghezza d’onda anche i progetti mossi dalle migliori intenzioni possono fallire, sicché alla fine sono rimasto da solo. Al giorno d’oggi le norme fiscali e sanitarie sono molto restrittive rispetto a un tempo e, preferendo non rischiare alcunché e lavorare senza preoccupazioni anche per l’autoproduzione, l’anno scorso ho aperto la mia azienda agricola. L’idea è quella di una realtà a ciclo chiuso, dove allevare animali, coltivare cereali, ortaggi e legumi in maniera del tutto naturale, nonché raccogliere erbe spontanee e i frutti del bosco: questo posto è davvero pieno di risorse”. In un grande orto antistante il fienile, in autunno sono stati seminati grano duro e segale e questa primavera sono state messe a dimora patate e cipolle, mentre, nell’assolata frazione di Noffo, Andrea ha preso in comodato d’uso un terreno di 2500 mq: dopo il lavoro di fresatura del terreno con un motocoltivatore cingolato, ora lo occupano mais quarantino, orzo nudo primaverile, fagioli e verza, cintati adeguatamente dopo la brutta sorpresa di due anni fa, quando in una notte i cervi hanno divorato tutto il raccolto. In questi luoghi non è infrequente imbattersi in animali selvatici: persino alcune galline e oche non sono state risparmiate da volpi e faine.

Il prato a balze della proprietà è pascolato da quattro capi di mucche di razza Grigio Alpina e Rendena: “Ho scelto queste razze rustiche di montagna perché più resistenti, adatte a trascorrere molti mesi all’aria aperta. Dopo il pascolo estivo, le alimento con il fieno che taglio e preparo per l’inverno. Alcuni proprietari sono disposti a concedermi i lori prati in cambio della pulizia. Effettuo il taglio con una motofalciatrice manuale, giro a mano con la forca per favorire l’essiccazione, mentre per l’imballaggio mi faccio aiutare da una persona del posto che possiede l’apposita macchina. L’anno scorso è nata Libera, la mia prima vitella che sto facendo crescere immersa nel suo ambiente naturale, nel modo più salutare possibile: per me una sorta di sfida. L’idea è quella di arrivare a sette/otto capi per poter raggiungere una quantità di latte sufficiente a fare i formaggi e guadagnare qualcosa anche da quella fonte, puntando più sulla qualità del prodotto che sulla quantità”. Il fienile di Sar non è ancora abitabile; perciò, nel frattempo Andrea ha preso in affitto un appartamento nella borgata di Avenone: “Lo scorso inverno andare e venire dalla stalla è stato molto duro: c’era tanta neve e non si poteva salire in auto, sicché per ottanta giorni ho fatto avanti e indietro coi ramponcini ai piedi, trasportando al ritorno il latte appena munto”. Il duro lavoro quotidiano deve anche fare costantemente i conti con i non sempre facili caratteri della gente del posto: “La frazione che abito conta ormai solo 48 abitanti, perlopiù anziani, con cui non è semplicissimo avere a che fare. Se non sei nato qui vieni considerato ‘foresto’, visto con diffidenza e addirittura con sospetto se provi a intraprendere quelle attività, come l’allevamento e l’agricoltura su piccola scala, che i locali stessi hanno da decenni abbandonato, preferendo il pendolarismo verso il fondovalle e il lavoro dipendente. D’altra parte tra loro permane un forte attaccamento al proprio territorio e la tendenza ad esercitarvi il controllo, anche con attività di bracconaggio che ostacolano non poco il normale svolgimento delle pratiche agricole tradizionali. Per poterci convivere sono necessarie pazienza e capacità di mediazione, che non tutti i giovani posseggono. Qui ho la natura che mi fa stare benissimo. Ho uno stile di vita molto attivo, ma nonostante la fatica fisica non accuso stress mentale. E ho la fortuna di stare bene con me stesso e di conoscere i miei limiti. Perciò resisto: la mia scelta è dura, ma so che è quella giusta, anche se ai contorni iniziali di una tranquilla passeggiata assume sempre più quelli di una faticosa scalata”.
A fronte della mole di lavoro concentrata perlopiù nella stagione estiva, Andrea ambirebbe a trovare un aiuto, che purtroppo non ha avuto dagli amici con cui aveva abbozzato il suo progetto: “In tanti sono venuti a dare una mano, ma hanno capito subito che non avrebbero retto a lungo in un ambiente in cui è difficile rimanere se non si è amanti dell’isolamento e della tranquillità. Persone con buonissime idee ed entusiasmo iniziale, ma che faticavano a concepire una vita in un luogo come questo, senza negozi né modernità, dove i telefoni cellulari prendono poco. Confesso, però, che mi piacerebbe attirare dei giovani che vogliano mettersi in gioco ripercorrendo le antiche tracce dell’agricoltura di montagna, con i quali provare a ridisegnare i tratti del paesaggio di questo territorio prima dell’avvento dell’industrializzazione e del grande spopolamento verso zone meno marginali”.
L’invito è dunque aperto anche a tutti quei giovani lettori di Dislivelli desiderosi, anche solo per una stagione, di immergersi nella natura rigogliosa di Sar e di cimentarsi con i lavori rurali di montagna, dando una mano in cambio di vitto e alloggio: Andrea è pronto a condividere con voi conoscenze ed emozioni.
Michela Capra

Info: Azienda Agricola Massetti Andrea, Loc. Avenone, Pertica Bassa (Bs), Tel. 331 2214330, e-mail: massandrea@icloud.com

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