Perché mantenere Scienze e Cultura delle Alpi?

14 luglio 2010

E’ ben noto come in questi ultimi anni sia in corso una profonda revisione e un nuovo accertamento delle dinamiche dello sviluppo del “territorio” alpino; ciò  passa attraverso la riconsiderazione del valore delle risorse naturali, sociali e culturali e rappresenta certamente una delle strade fondamentali da percorrere per una crescita globale più equilibrata e sostenibile. Proprio nell’area alpina, non solo italiana, i territori fino a ieri considerati marginali si collocano in una nuova dimensione. Essi sono ora visti dalle città come una riserva di funzioni produttive nuove e, soprattutto, coerenti con le nuove esigenze della “green economy”. Si tratta di un “potenziale di crescita” rilevante e ancora da scoprire attraverso elementi strategici ad esso collegati come l’ambiente, la cultura, l’agricoltura, le energie rinnovabili ed il turismo, al fine di consentire un idoneo sviluppo economico delle comunità locali grazie alla conservazione dei paesaggi agro-culturali e del patrimonio storico-artistico.
Proprio al fine di accompagnare il possibile sviluppo del “territorio alpino”, dieci anni fa nasceva a Torino un corso di formazione interfacoltà denominato Scienze e Turismo Alpino, oggi rinominato Scienze e Cultura delle Alpi. Tre anni di formazione all’interno dei quali gli studenti apprendono nozioni di geografia fisica e regionale, botanica, zoologia, antropologia, ecologia, nivologia, selvicoltura, zootecnia; ma anche storia, arte, architettura, tecniche per il recupero energetico degli edifici, cartografia, telerilevamento, linguaggio web e molto altro. Un percorso di laurea che non sta coinvolgendo esclusivamente giovani, provenienti dai più diversi e distanti territori alpini, ma raccoglie interessi tra appassionati, anche non più giovani, attirati dalle terre alte da tutte le regioni d’Italia. Per diventare operatori sia in ambito pubblico che privato, al servizio di enti locali, parchi e aree protette, consorzi e cooperative, associazioni di produttori agricoli del territorio alpino, società di gestione e di promozione turistica con competenze che vanno dal patrimonio storico e culturale a quello agrario-paesistico-ambientale.
Come l’esempio della neonata Associazione ProAlp, creata da laureati e laureandi del corso in Scienze e Cultura delle Alpi, che sta affrontando diverse e coinvolgenti iniziative. Partendo dal presupposto, come sottolinea Alma Cavallo socia di ProAlp, che la promozione delle montagne deve partire dalla scoperta dello spirito di appartenenza ad un luogo ed alla sua cultura. Oggi ProAlp lavora in Valle Po alla creazione di una  “rete” tra varie realtà associative, strutture ricettive ed enti operanti sul territorio. E’ impegnata su progetti come “Boulder Monviso” o “Altra Montagna”. Sta cercando di trovare soluzioni che consentano riduzione e miglior gestione dei rifiuti nei rifugi alpini in collaborazione con il rifugio Giacoletti.
Ma ProAlp è solo uno dei numerosi esempi di opportunità offerte dal corso, che attraverso numerose iniziative di studio e ricerca, ha consentito l’avvio di attività per associazioni culturali, enti del territorio alpino, associazioni di produttori agricoli di montagna, agenzie turistiche: percorsi escursionistici a cavallo, trekking “consapevoli”, cicloturismo “ecocompatibile”, itinerari montani per ipovedenti o itinerari alla scoperta degli ex-voto di montagna. Marino Sesone, sindaco di Carcoforo in Valsesia, ha fatto tesoro della formazione acquisita al corso, e sta tentando una concreta valorizzazione delle risorse territoriali, quali quelle pastorali e dell’allevamento, finalizzate non solo alla produzione locale ma anche alla conservazione di un territorio “unico” come quello appartenente alla cultura “walser”. Luciano Guazzi, laureando cuneese del corso, insieme ad un amico e collega bergamasco ha realizzato un incubatore per la promozione di progetti e servizi in grado di dare una nuova prospettiva ed un nuovo ruolo alla montagna. Si chiama “Alpi una Montagna di Tesori” ed è sostanzialmente un gruppo di lavoro impegnato nella ricerca e nella diffusione di buone pratiche di imprenditorialità sostenibile sulle Alpi.
Un corso di questo genere quindi non può venire a mancare nell’offerta formativa dell’Università di Torino. Perché questo risulterebbe in netta contrapposizione alla crescente richiesta di operatori di un’area, quella alpina, che il noto geografo Werner Bätzing ricorda come “una regione unica al centro dell’Europa”.
Luca Battaglini

Info sul corso:
http://turalp.campusnet.unito.it/cgi-bin/home.pl
michele.freppaz@unito.it

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