La scuola ribelle

16 marzo 2010

Budoia, 2100 abitanti, provincia di Pordenone, piccolo comune adagiato sulle colline pedemontane del Friuli. Di primo mattino uno zelante funzionario si reca nell’ufficio del sindaco per recapitare ben 11 avvisi di garanzia. C’è n’è per tutti: sindaco, vicesindaco, impiegati. L’ipotesi è di irregolarità nell’appalto per la mensa scolastica. Sembra una delle tante storie di un’Italietta in crisi di valori. Ma così non è. Questa in realtà è una storia che vale la pena raccontare.
«Era il 2000 quando un gruppo di genitori degli allievi delle scuole materne e elementari di Budoia – spiega Antonio Zambon, Primo cittadino e vice presidente di Alleanza per le Alpi – è venuto da me per promuovere l’idea di realizzare una mensa biologica per i figli». Detto fatto, viene contattata la ditta che aveva in appalto il servizio mensa e nel giro di poche settimane i prodotti biologici sono sulla tavola degli alunni. Ma passano pochi mesi e allievi e genitori non sono per nulla soddisfatti del servizio. «Il biologico delle multinazionali non ci convinceva – continua Zambon –. Perché ad esempio una mela per essere biologica non è detto che debba essere senza gusto e piena di punti neri. E i genitori lo sanno, perché dalle nostre parti si compra la frutta biologica dai piccoli produttori nelle valli intorno al comune». A questo punto i genitori propongono al sindaco la strada del km 0: creare un Gas, un gruppo di acquisto solidale, per comprare i prodotti direttamente dai piccoli produttori della zona. «Mi è sembrata subito una proposta interessante – continua Zambon – e la mensa per i circa 200 ragazzini è partita a gonfie vele». Tanto che, sull’esempio di Budoia, altri comuni cominciano a interessarsi all’idea del km 0. Ma a questo punto succede il fattaccio: «Ci hanno recapitato 11 avvisi di garanzia – spiega il sindaco – perché, secondo l’accusa, i genitori non avrebbero potuto comprare le derrate senza una gara d’appalto». I comuni limitrofi si spaventano e abbandonano immediatamente l’idea, ma l’amministrazione comunale di Budoia non si perde d’animo: studia le normative e realizza un capitolato per gara d’appalto che attribuisce molta importanza al km 0. Nel frattempo il processo va avanti e alla fine: «Il tribunale ci ha assolto – conclude Zambon – perché abbiamo agito nell’interesse pubblico. E la mensa biologica autogestita oggi ci costa meno di quella che avevamo prima».
Maurizio Dematteis

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