I boschi dell’Appennino Lombardo

8 maggio 2019

Il territorio dell’Oltrepò Pavese è costituito da due grandi matrici ecologiche: la matrice viticola per circa 13.000 ettari e la matrice forestale per circa 24.000. Di queste matrici la prima, seppur minoritaria in termini di estensione, è una fonte di reddito, di ricerca, di innovazione, di cultura, di sperimentazione, di storia, di tradizioni, di paesaggio. Mentre la seconda costituisce un patrimonio esteso a perdita d’occhio, in termini di materia prima naturale, di paesaggi sempre sorprendenti, di biodiversità irrinunciabile, di servizi ambientali.

Le foreste dell’Oltrepò Pavese, dell’alto Oltrepò, sono le uniche appenniniche in Lombardia: per questo rappresentano un unicum di questa regione. L’asprezza e la varietà dei rilievi montuosi, le particolarissime condizioni climatiche con estati molto calde ed inverni nevosi, l’influenza delle brezze marine, l’essere parte di una spina dorsale che parte dal meridione dell’Italia senza soluzione di continuità, hanno forgiato questi boschi con fisionomie e colorazioni del tutto unici. Solo in Oltrepò Pavese si può passare dalle faggete colonnari e fresche agli aridi e contorti querceti semplicemente cambiando versante di un monte.
Questo grande giacimento è in realtà un mosaico di tessere che struttura e caratterizza un paesaggio suggestivo se visto da distante, ma fragile se visto da vicino. La polverizzazione fondiaria e l’invecchiamento delle popolazioni, sono infatti i punti di debolezza di questo grande sistema ecologico, che soffre essenzialmente di abbandono colturale. In questo modo, a differenza del territorio viticolo, si alimenta un’economia marginale, spesso sommersa, arretrata nelle tecnologie, senza respiro di medio-lungo termine, e che permette di esprimere al minimo l’efficienza multifunzionale del bosco, il mantenimento del suo equilibrio ecologico e quindi la sua capacità di resilienza.

Per non disperdere la qualità di questa ricchezza, per valorizzare queste potenzialità sono stati costituiti i Consorzi Forestali, forme associative inclusive con la funzione di unire le singole tessere per creare un ecomosaico strutturato, efficiente, funzionale, gestibile in modo sostenibile: ovvero in modo che da un lato sia garantito il tornaconto economico per l’operatore e dall’altro, sia garantito l’equilibrio biologico del sistema forestale, la sua resilienza. E’ noto che il sistema forestale per essere guidato nelle sue molteplici funzioni deve raggiungere una massa critica e una capacità ecologica portante, migliaia di ettari di bosco gestito unitariamente, tali da rendere realistica la prospettiva di “riattivare e valorizzare il capitale naturale”, mettendo a valore la risorsa boschiva, non più considerata come elemento di sfondo o di contorno, ma come elemento pulsante di comunità resilienti, bosco che diviene oggetto di ricerca e sperimentazione, di nuova impresa.
Ogni proposta operativa parte da tre presupposti: finalizzare le analisi, con modalità che permettano una flessibilità in funzione di scoperte di nuove opportunità; definire obiettivi nell’ottica di filiere all’interno di economie circolari; individuare forme di governance affidabili ed espressione delle realtà territoriali, legate al raggiungimento di obiettivi di breve-medio termine.
Partendo da questa consapevolezza il Progetto Oltrepo’(Bio)diverso, cofinanziato dal Programma AttivAree di Fondazione Cariplo dedicato alla rinascita delle aree interne,  ha promosso una macro azione tematica dedicata al patrimonio forestale e boschivo.

Il primo passo, già realizzato, è stato quello dell’approfondimento della conoscenza, concretizzato in primo luogo nell’inventario forestale, realizzato con l’aiuto dell’innovativa tecnologia Lidar (Laser imaging detection and ranging), che permette oltre alla definizione delle provvigioni legnose dei boschi, il censimento delle aree destinabili a nuovo pascolo, l’individuazione di aree Hcvs (High conservation values), per la valorizzazione eco-turistica del territorio e per l’educazione ambientale in ambito scolastico.
Il secondo passo, in fase di elaborazione, è quello della ricerca e sperimentazione per definire la gestione sostenibile, cercando da un lato di massimizzare il reddito dei prodotti legnosi, dall’altro di garantire il livello alto di resilienza del bosco e massimizzare i suoi servizi ecosistemici. Tali prospettive partono, in ogni caso, dalla disponibilità di grandi estensioni forestali e da aspettative e medio-lungo termine (fatta eccezione per gli assortimenti derivanti da conifere).
Infine il terzo passo, in fase di conclusione, è quello della pianificazione e gestione. Lo strumento che permette questo passaggio nel campo forestale è il piano di gestione, comunemente definito “Piano di assestamento forestale”, che organizza gli interventi nel tempo e nello spazio, garantendo produzioni costanti e durature. Nel territorio gli unici soggetti con una superficie forestale sufficiente all’attivazione di questo strumento sono i Consorzi Forestali. In subordine anche le aree protette e i loro enti gestori territoriali possono costituire forme di rappresentanza e gestione efficaci.
Queste forme associative rappresentano un modello di governance del territorio con punti di forza e di debolezza. Mediante il progetto Oltrepo’(Bio)diverso si intende introdurre e attivare esperienze innovative per rafforzare lo strumento consorzio, aggredendo al contempo i punti di debolezza. L’azione mira inoltre a rafforzare le interazioni tra i diversi consorzi e con gli altri operatori della filiera forestale, mediante la creazione di una forma associativa che includa tutti questi soggetti in un’ottica di cabina di regia territoriale e che si candidi come collettore nei riguardi dei trasformatori degli assortimenti forestali. Il nuovo soggetto si candida inoltre ad essere il gestore dei servizi ecosistemici espressi dal sistema foresta, efficacemente certificati e comunicati in sinergia con le operazioni di valorizzazione territoriale, nonché il promotore della Certificazione Pefc per la Gestione Forestale Sostenibile per il territorio dell’Alta Valle Staffora.
Gabriele Sguazzini, studio tecnico agroforestale Terra Viva e consulente Progetto AttivAree Oltrepo’(Bio)diverso

Info:attivaree.fondazionecariplo.it/it/index.html

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