Eurovignetta: l’Unione Europea rinvia

26 luglio 2020

La Direttiva Eurovignetta prevede la possibilità da parte degli stati membri di far pagare delle maggiorazioni di pedaggio per l’utilizzo di determinate autostrade. Si tratta di uno strumento fondamentale in chiave di internalizzazione dei costi dei trasporti ossia per applicare il principio di causalità “chi inquina paga” e ridurre l´impatto del trasporto, rendendo economicamente competitive le modalità meno inquinanti. Oggi, infatti, viene preferito il trasporto su gomma in quanto economicamente più competitivo, ma in realtà ciò accade perché gran parte dei costi esterni non viene presa considerazione. Costi come ad esempio i danni alla salute e il cambiamento climatico, causati dal trasporto su gomma.

Una proposta per rendere più incisiva la Direttiva – e considerare in tal senso tutti i costi esterni- doveva essere discussa ad inizio giugno dai Ministri dei Trasporti europei. Purtroppo è stato deciso di non decidere rinviando le scelte in merito alle modifiche della Direttiva Eurovignetta a fine settembre. In questo modo si rinvia anche la possibilità di agire sul traffico di transito, riducendo le emissioni e favorendo il trasferimento modale. La regione alpina è fortemente colpita dal traffico di transito che avviene in gran parte su gomma. Nel 2019 al Brennero sono stati misurati 2,47 milioni di passaggi di TIR, con un aumento del 1,94% rispetto al 2018. Il 55% di tutte le merci che attraversano le Alpi transitano per il Brennero con conseguenti livelli di inquinamento molto elevati in entrambi i versanti.
Purtroppo inquinamento atmosferico e acustico, anche se sono calati nella fase emergenziale del Covid -19, torneranno ad aumentare mettendo a rischio la salute della popolazione tanto nelle valli alpine e lungo i grandi assi di transito quanto nelle grandi aree urbane.

Cipra Italia – facendo proprio un documento di posizione elaborato dalla Cipra Internazionale – assieme alle organizzazioni ambientaliste si è rivolta alla Ministra dei trasporti De Micheli per chiedere che la direttiva includa tutti i costi esterni (protezione del clima, della salute, della natura e dell’acqua), confermi la possibilità di applicare maggiorazioni di pedaggio in aree sensibili come le Alpi o le regioni densamente popolate e che i pedaggi debbano essere riscossi sempre in funzione dei chilometri percorsi, applicando così il principio di causalità “chi inquina paga”. Richieste che non sono dettate soltanto dalle attuali esigenze di protezione del clima e della salute, ma sono anche coerenti con gli impegni assunto dall’Italia, dagli altri Stati alpini ed dall’Unione Europea nella Convenzione delle Alpi e nei relativo Protocollo trasporti.
Il timore è che dietro il rinvio del provvedimento (che verrà esaminato a fine settembre sotto la presidenza tedesca dell’Unione Europea) ci sia la volontà politica da parte di alcuni paesi di voler affrontare i problemi del traffico di transito dando priorità ad una soluzione tecnologica (nuovi autocarri a basse emissioni di CO2) trascurando l’esigenza – primaria a nostro avviso –  di ridurre il traffico pesante e trasferirlo dalla strada alla ferrovia al fine di tutelare aree sensibili come i corridoi di transito alpini e le aree densamente abitate.
Francesco Pastorelli

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