Chiavenna: rifugiati nel Deserto

18 luglio 2017

Chiavenna è una cittadina della Provincia di Sondrio, capoluogo dell’omonima vallata, di circa 7400 abitanti situata a 60 chilometri dal capoluogo provinciale e a 120 chilometri da Milano. Nell’intera Provincia la presenza di stranieri è stimata attorno al 5,1% della popolazione residente.
La cooperativa sociale Nisida opera in Valchiavenna da 28 anni e tra le proprie attività gestisce la struttura denominata “Deserto” a Chiavenna. Di proprietà della Congregazione dei servi della carità “Opera Don Guanella” l’edificio, che risale agli anni venti del novecento, nel corso della sua storia è stato destinato a ricovero per anziani e disabili, orfanatrofio, seminario teologico, collegio e convitto. Dal 2004, tramite contratto di comodato, il “Deserto” ospita un condominio solidale composto da tre famiglie residenti costituite in associazione e che s’ispirano all’esperienza dell’Associazione comunità e famiglia e la sede e i servizi di accoglienza e mediazione della cooperativa “Nisida” (un ostello per la gioventù, tre appartamenti di housing sociale, spazi di mediazione familiare). In seguito si è unita a noi anche la cooperativa La Quercia, che gestisce le cucine situate al pian terreno favorendo l’inserimento lavorativo. Un progetto composito, un laboratorio sociale che abbiamo definito “Residenza integrata”, ovvero integrazione tra persone ospitate e che vi abitano e integrazione tra la struttura e i progetti e servizi che la animano e la realtà territoriale.

Nella primavera del 2011, a seguito dell’Emergenza profughi Nord Africa, la Caritas diocesana di Como ci ha chiesto di destinare uno degli appartamenti di housing sociale all’accoglienza di rifugiati. D’accordo con le famiglie residenti e in sintonia con le caratteristiche del nostro servizio di housing ci siamo proposti per un’accoglienza di famiglie, donne e donne con bambini. Gradualmente siamo arrivati a gestire altri appartamenti finalizzati a housing sociale in altri comuni della Valchiavenna destinando i tre appartamenti presenti nella struttura ad accogliere rifugiati e migranti. Si è costituita così nel tempo una piccola comunità nigeriana formata ora da otto persone: una famiglia composta da madre, padre, una bimba e un’altra in arrivo; quattro donne di cui una con una bimba e un’altra a termine gravidanza. Possiamo dire che la nostra accoglienza è stata generativa, abbiamo assistito alla nascita di 5 bambini e altri 2 sono in arrivo. Parallelamente sono continuate le accoglienze di migranti per motivi economici, che dal 2010 sono stati 43 provenienti da 12 paesi di 4 diversi continenti.
Nei primi anni Caritas ha gestito i rapporti con la Prefettura e la Questura mediante una convenzione che raccoglieva diversi soggetti del terzo settore; in seguito la nostra cooperativa ha stipulato una convenzione specifica con la Prefettura di Sondrio. Le associazioni e le cooperative unite nella precedente esperienza hanno costituito poi un coordinamento provinciale per la realizzazione di percorsi formativi comuni, un costante monitoraggio della qualità nelle strutture di accoglienza e l’attivazione di momenti di informazione e sensibilizzazione delle comunità locali. Per migliorare e verificare la qualità del nostro lavoro abbiamo aderito da subito alla Carta regionale della buona accoglienza promossa dall’Alleanza delle Cooperative Italiane riconoscendoci specialmente nel progetto di un’accoglienza diffusa e in piccoli nuclei. Un’integrazione sostenibile è indispensabile affinché chi ha titolo a rimanere nel nostro Paese possa arricchire la propria appartenenza culturale, dotandosi di strumenti che permettano una vita indipendente, in grado di contribuire all’inserimento individuale e alla crescita stessa della comunità ospitante. I progetti e i percorsi di integrazione sono stati favoriti dalla pluriennale esperienza nell’ambito dell’housing e dell’integrazione sociale con luoghi, strumenti e personale dedicato. Oltre che dal lavoro dei volontari, sia singoli che associati. Citiamo ad esempio un gruppo di insegnanti in pensione che col supporto della locale biblioteca ha realizzato corsi d’italiano e di prima alfabetizzazione. La forte interazione con il territorio ha consentito di promuovere tirocini e inserimenti lavorativi che in alcuni casi si sono trasformati in assunzioni così come uno specifico protocollo sottoscritto col comune ha aperto la strada a lavori socialmente utili.
Non mancano e non sono mancate resistenze e nella nostra valle a oggi sono solamente dieci i rifugiati accolti. Possiamo però raccontare storie di successo come quella della prima famiglia accolta, che oggi vive autonomamente in un appartamento del centro storico ed entrambi i genitori lavorano. O quella di una ragazza ivoriana che, dopo aver ottenuto asilo politico, ha conseguito la licenza media e ora vive a Lecco, dove frequenta una scuola per diventare operatore sociale.
Clemente e Samuele Dell’Anna

Info: www.nisida.coop
http://comunitaefamiglia.org
www.laquerciacooperativa.com

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