Castagneti della Val Bormida
La ricerca nel campo della conservazione della biodiversità si è concentrata ad oggi a un’oggettiva lettura del paesaggio, fornendo strategie politiche universali. Il paesaggio rurale si presenta però sotto forma di un processo storico privo di staticità, ma costituito da un equilibrio dinamico frutto di secolari pratiche agrosilvopastorali. L’ecologia storica applicata a un caso studio nei castagneti dell’Alta Val Bormida si presenta come esempio metodologico di analisi della storia del paesaggio, della conservazione dei processi di biodiversificazione e della valorizzazione delle conoscenze ecologiche locali. La salvaguardia ambientale non può prescindere quindi dalla ricerca storica, politica e sociale che caratterizza il paesaggio in quanto sistema complesso.
Le attuali politiche e strategie di gestione della conservazione sono un traguardo nella consapevolezza e nella comprensione del concetto di biodiversità e salvaguardia ambientale. Le conoscenze di botanici, ecologi e naturalisti, tuttavia, sembrano essere insufficienti per una pianificazione di una gestione completa della conservazione della natura (Molnar et al., 2008; Venturino, 2021). Una ragione viene dall’impostazione novecentesca della dicotomia tra le scienze ambientali e quelle sociali, così come quella di natura-cultura, che ha portato ad una divisione delle discipline. La ricerca transdisciplinare è oggi fondamentale per la comprensione di tematiche complesse, come l’ambiente ed i paesaggi rurali. I saperi ecologici locali si fondono così con la ricerca scientifica per nuove strategie di gestione ambientale.
Le conoscenze locali dei contadini, integrate con le conoscenze scientifiche, sono tuttavia ancora insufficienti (Molnar et al., 2008): è necessario comprendere i processi storici per costruire modelli di conservazione. È essenziale analizzare le forze storiche e sociali che si nascondono dietro il paesaggio, interpretate come processi di biodiversificazione (Cevasco & Moreno, 2013; Venturino, 2021).
L’ecologia storica è un campo di ricerca che si occupa delle interazioni nel tempo tra società e ambiente, e le conseguenze di queste interazioni nella formazione di culture e paesaggi (Balée, 2006; Crumley, 1994; Cevasco, 2007; Crumley, 2018). Attraverso questa disciplina, le interazioni umane con i paesaggi – in un’ampia varietà di contesti storici ed ecologici – possono essere studiate come un fenomeno totale (Molnar et al., 2008).
L’ecologia storica si avvale di materiale ottenuto da fonti documentarie e fonti osservazionali (Cevasco, 2007). Le fonti documentarie rappresentano il materiale storico di origine testuale, sedimentaria e cartografica. Parallelamente alla ricerca storica, si procede allo studio del materiale osservazionale, interpretato da fonti orali e rilievi sul campo (Cevasco, 2007). Il risultato finale è quindi una rete di informazioni in grado di fornire una visione completa – e complessa – del paesaggio rurale attuale (Venturino, 2021).
Per una ricerca di tesi in Biologia Ambientale nell’ambito dell’ecologia storica presso l’Università degli Studi di Torino, è stato selezionato un prodotto appartenete all’Arca del Gusto Slow Food nell’Alta Val Bormida: la castagna essiccata nei tecci di Calizzano e Murialdo. I paesaggi rurali della castanicoltura si inseriscono all’interno dei paesaggi alimentari (o foodscapes) che esaltano il rapporto dinamico tra cibo, comunità locali e ambiente. L’applicazione dell’ecologia storica in foodscapes locali è di facile interpretazione poiché sono strettamente legati alla sfera sociale e comunitaria. Essi rappresentano solo il punto di partenza per un cambio di prospettiva anche in paesaggi “naturali”1, che in realtà sono il frutto di una trasformazione lenta di processi di modificazione del paesaggio mediati dall’uomo: i processi di biodiversificazione (Ingold, 1993; Cevasco & Moreno, 2013).
La ricerca relativa alle fonti storiche dei castagneti della Val Bormida ha riguardato mappe topografiche del XVII-XIX secolo, conservate all’Istituto Geografico Militare di Firenze o disponibili al LASA (Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale dell’Università degli Studi di Genova) dell’Università degli Studi di Genova e dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN). Le fonti testuali sono state suddivise in fonti esplicite, riconducibili ai dizionari della tradizione topografico- statistica del XIX secolo (De Volvic, 1824; Casalis, 1836; De Bartolomeis, 1840) ed esplicite recenti (Balbis et al., 2012; Balbis et al., 2013; Balbis et al., 2015).
Parallelamente alla ricerca storica, è stata formulata una scheda di campo come strumento per analizzare le fonti osservazionali, completa delle informazioni relative al castagneto e alle cultivar, alla copertura erbacea-arborea, e alle pratiche agrosilvopastorali presenti e storiche (Venturino, 2021). Le informazioni ottenute su specie arbustive, micologiche e licheniche sono state incrociate e integrate con il materiale ottenuto dalle fonti storiche. In particolare, le specie di Ericacea (Calluna sp., Vaccinium sp.), Macrolepiota sp., Lobaria sp. sono risultate essere frutto di pratiche di attivazione del passato, come il pascolamento e lo sfalcio, di cui si ha testimonianza dalle fonti documentarie.
Al rilievo sul campo è stata affiancata una ricerca qualitativa delle fonti orali. Il dialogo con la comunità locale ha permesso un’analisi socio-culturale del rapporto tra il castagneto e gli abitanti dei comuni di Calizzano e Murialdo. L’approccio orale – attraverso cui sono state valorizzate le conoscenze ecologiche locali – ha permesso di individuare i momenti di convivialità tra i produttori. Il periodo della raccolta, dell’essiccazione e della battitura delle castagne forniscono coesione e scambio di conoscenze.
La storia di Calizzano e Murialdo si intreccia con la secolare coltivazione del castagno, completa di ecologia, storia e cultura locale. Questi fattori emergono dalle fonti documentarie e osservazionali, dalle numerose cultivar e dalle specie vegetali ancora presenti nel castagneto – frutto di pratiche di attivazione del passato (Venturino, 2021).
L’ecologia storica permette di raggiungere quindi una parte invisibile della storia del paesaggio.
Miriam Venturino
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