Breve storia del Comitato della Comunità Walser di Macugnaga
Verso la fine degli anni ’70 Macugnaga ebbe un significativo fermento culturale, dovuto alla consapevolezza dei macugnaghesi che le loro antiche usanze stavano subendo una notevole aggressione da parte del turismo rampante di quegli anni. L’aggressione avveniva in parte attraverso i mezzi di comunicazione, che inevitabilmente indebolivano quanto fino ad allora i locali avevano conservato grazie all’isolamento che aveva caratterizzato le valli montane fino intorno agli anni ’60, ma parallelamente il fermento culturale era aiutato dalla frequentazione di Macugnaga del professor Luigi Zanzi, studioso della cultura Walser che, assieme al professor Enrico Rizzi, negli ultimi quarant’anni ha saputo rivoluzionare il concetto di Alpi walser, spostando l’attenzione dal folklore alla cultura.
Queste particolari congiunzioni fecero sì che in quel periodo a Macugnaga nascessero più associazioni alle quali in maniera diversa i macugnaghesi donarono i loro ricordi, le loro forze, il loro entusiasmo e la loro esperienza, consapevoli del delicato ruolo di custodi dell’antica lingua e delle antiche usanze che avevano ereditato e assunto. A quelle persone deve andare la gratitudine e la riconoscenza degli odierni macugnaghesi e anche dei frequentatori delle montagne, perché senza la loro sensibilità, consapevolezza del valore delle antiche consuetudini e disponibilità a mettersi in gioco, certamente la cultura walser sarebbe stata a rischio.
Fu appunto in quel periodo che, stimolati e consigliati “dall’avvocato”, così veniva solitamente chiamato Luigi Zanzi, vista la professione che allora svolgeva a Varese, alcuni macugnaghesi il 31 maggio del 1998, davanti al notaio Antonio Sorgato di Busto Arsizio, costituirono il Comitato della Comunità Walser di Macugnaga.
A quel tavolo si presentarono: la “Comunità del Vecchio Tiglio – Alte Lindebaum Gemeinde”, specializzati nell’organizzazione di convegni storico-scientifici sulla storicità Walser e nelle opere di restauro di monumenti di Macugnaga, come il rifacimento della Chiesa Vecchia di Macugnaga XIII secolo; l’Alte Walserhuus van zer Burfuggu – l’Antica casa Walser di Borca, impegnati nell’allestire, potenziare e conservare il museo della civiltà Walser; infine il Comune di Macugnaga, che aveva formulato il proprio consenso a che il Comitato venisse riconosciuto come ente morale regionale.
Gli scopi del Comitato ebbero da subito una priorità: realizzare una sempre più unitaria collaborazione tra i diversi gruppi attivi in Macugnaga, assodato che le associazioni stesse riconoscessero i rispettivi ambiti specifici di attività come distinzione di ciascuna nel rispetto della propria storia. Inoltre, proprio per garantire il suo scopo prioritario di unità e collaborazione, il Comitato ha da subito predisposto affinché anche altre associazioni attive come gruppi Walser nell’ambito della Comunità di Macugnaga, ad esempio il “Gruppo del Costume” allora già attivo da circa dieci anni, nonché il gruppo promotore del costituendo museo della miniera di Pestarena, avessero la possibilità, qualora lo avessero richiesto, di essere ammessi nel Comitato stesso con diritti uguali a quelli delle altre associazioni già socie.
Primo presidente fu nominato Angelo Basaletti e da allora e come sempre in queste circostanze le cose si sono evolute, presidenti, sindaci e collaboratori si sono avvicendati fino all’attuale giovane Stefano Balossi. Ma lo spirito è rimasto pressoché invariato e soprattutto gli obiettivi.
Lo testimonia la Fiera di San Bernardo iniziata con 10 bancarelle e cresciuta alle attuali 54. Anche il programma culturale della Fiera si è via via arricchito. Nel 1990 con l’Insegna di San Bernardo, un riconoscimento a chi per motivi diversi ha onorato la montagna e la sua gente, il cui albo d’oro è davvero un fiore all’occhiello per il Comitato, nel 2000 con l’Estemporanea di scultura su legno alla quale partecipano solitamente una decina di scultori, per arrivare al 2002 quando è stata istituita la “Spiga d’Oro”, un premio per i giovani macugnaghesi e non, che hanno deciso di fare della montagna il futuro della loro vita, arricchendola con le loro famiglie e le loro attività.
Beba Schranz