Binario morto: il bluff del Corridoio 5

9 settembre 2013

Andrea De Benedetti e Luca Rastello, Binario morto. Alla scoperta del Corridoio 5 e dell’Alta velocità che non c’è, Chiare Lettere 2013, 224 pp, 10,96 €

A un tratto la prospettiva si allarga, il punto di vista sale alto nel cielo e per un attimo ci si allontana dalle barricate, dalla polizia, dalle urla, le botte e i petardi della Valle di Susa: il progetto dell’alta velocità, che poi forse dovrebbe essere alta capacità, ma ancora non tutti ne sono pienamente convinti, è tutto un bluff.
Questa la tesi di fondo di Luca Rastello e Andrea De Benedetti, giornalisti di razza, che un giorno con il loro libro dal titolo eloquente “Binario morto”, decidono di tuffarsi a piè pari in uno degli argomenti più spinosi e dibattuti degli ultimi tempi: il famigerato Corridoio 5 che dovrebbe mettere in comunicazione l’Europa da est a ovest, e viceversa, attraverso una linea ferroviaria veloce. E decidono di farlo portando un pacco di caffè da Kiev a Lisbona, che arriverà alla meta in tempi tutt’altro che rapidi e alquanto “stropicciato”.
«Pensavamo fosse quasi una banalità – racconta Luca Rastello – visto che si parlava da 15 anni di questo asse Lisbona-Kiev, ma siamo rimasti stupiti scoprendo che quel viaggio lì non lo aveva mai fatto nessuno, e mai nessuna una merce». E le sorprese non sono mancate: Rastello e De Benedetti hanno infatti scoperto, ad esempio, che esiste una frattura in Slovenia, dove la ferrovia non è collegata al resto del “Corridoio”. Oppure che in Ungheria la merce viaggia esclusivamente su gomma, e che il governo non ha nessuna intenzione di investire sulla ferrovia. O ancora che l’alta velocità Ucraina va a soli 108 km orari, con un semplice “ammodernamento” della “linea storica”. Ma soprattutto che, secondo il rapporto sull’Analisi costi-benefici dell’Osservatorio Torino-Lione, i lavori cominceranno nel 2014, termineranno, se tutto andrà bene, nel 2035 e inizieranno a produrre benefici nel 2073. «Il problema è che 61 anni non sono un tempo da economisti o banchieri – sottolineano gli autori –, ma da futurologi, scrittori di fantascienza, astrologi, profeti».
Maurizio Dematteis

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