Architetture sweet

2 ottobre 2015

La “IV Relazione sullo Stato delle Alpi – Turismo sostenibile”, edita dal Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi nel 2013, annovera l’esperienza Bergsteigerdorfer (Villaggi degli alpinisti) tra i più efficaci modelli di sviluppo locale incentrati su di un turismo alpino dolce.

Nata da un’idea del Club Alpino Austriaco (Oav) in collaborazione con il Club Alpino Tedesco (Dav), con il supporto del Ministero dell’Ambiente (Lebensministerium) e di un finanziamento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale, l’iniziativa contribuisce a uno sviluppo locale in completa aderenza ai principi della Convenzione facendo leva su questioni quali il carattere degli insediamenti, l’agricoltura di montagna e la gestione forestale, la mobilità ecologica, la conservazione del paesaggio, la comunicazione.
Le 20 località aderenti, distribuite omogeneamente sul territorio austriaco montuoso, possono vantare una radicata tradizione alpinistica, preservatasi e sviluppatasi di generazione in generazione divenendo parte fondante dell’identità culturale.
I rigidi criteri di inclusione al progetto garantiscono che ogni villaggio abbia un profilo adeguato: presenza diffusa di piccole strutture ricettive, numero di abitanti non troppo elevato, alta qualità architettonica e paesaggistica del contesto, conservazione dei valori culturali e naturali, coinvolgimento diretto della popolazione e delle attività economiche locali.

L’obiettivo principale della rete dei Bergsteigerdorfer è promuovere un’ampia offerta di attività alpine outdoor di grande qualità, durante tutte le stagioni: alpinismo, escursionismo, scialpinismo, arrampicata, mountain bike, ecc. in una grande varietà di itinerari.
Supportata da numerose figure professionali legate a queste attività (guide alpine e escursionistiche, istruttori), oltre alla dimensione strettamente sportiva il progetto mira infatti a offrire ai suoi utenti esperienze in cui l’ambiente naturale abbia una dimensione preponderante e in cui siano fondamentali l’acquisizione di competenze, la gestione del rischio sulla montagna attraverso autodeterminazione, indipendenza, comportamenti consapevoli e responsabili.
L’aspetto innovativo, rispetto ad altre pratiche analoghe, è che i Villaggi degli Alpinisti pongono anche il tema della qualità architettonica degli edifici e del paesaggio come uno degli elementi centrali ai fini dell’adesione al progetto.
Ciò che viene richiesto ai territori che desiderano far parte della rete è infatti un approccio armonioso degli interventi sul tessuto esistente in termini di scala dimensionale, scelta dei materiali e aspetto formale.
I centri sono inoltre attivamente coinvolti nel mantenimento e miglioramento del trasporto pubblico, mirando così ad attrarre un crescente numero di ospiti che lascino a casa il proprio autoveicolo; il traffico motorizzato naturalmente è severamente bandito dalle aree d’alpeggio e dalle strade poderali che vi salgono.
Particolare attenzione viene immancabilmente posta ai rifugi alpini, che sono gestiti attraverso progetti a lungo termine, con l’obiettivo di consolidarsi come punto di riferimento di base in alta quota e come estensione funzionale delle strutture ricettive della valle.
Roberto Dini e Stefano Girodo

Per maggiori informazioni: www.mountainvillages.at

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