Architetture per l’allevamento: esempi virtuosi nelle Alpi

7 settembre 2015

I cambiamenti nelle tecniche e nei modi dell’allevamento, della produzione casearia e dell’agroalimentare degli ultimi decenni hanno indubbiamente rivoluzionato in modo molto forte anche la concezione degli spazi per le relative strutture.
La differente gestione dei pascoli e degli alpeggi ha reso obsoleti numerosi alpeggi e malghe, a causa della difficoltà di accesso e della difficile adattabilità dei vecchi edifici ai nuovi standard igienico-sanitari e alle esigenze della produzione moderna. Ciò ha portato inevitabilmente a un progressivo abbandono degli alpeggi storici e alla sempre maggiore diffusione della prefabbricazione per far fronte al forte aumento del numero dei capi di ogni azienda e alla meccanizzazione della produzione.
Nell’ambito dell’architettura si è parlato molto di riuso delle malghe storiche (si veda a tal proposito l’interessante mostra/catalogo intitolata “La stalla in disuso“, a cura di Susanne Waiz, esposta nei Grigioni e in Alto Adige tra il 2010 e il 2011) concentrandosi però sul tema della loro riconversione in residenze o strutture ricettive.


Ligneres

Oggi, il ritorno a una produzione casearia più attenta alla qualità e alla specificità del prodotto riporta al centro anche il tema del valore architettonico dei manufatti. Questo diventa infatti un elemento fondamentale all’interno di una visione di ampio respiro che vede la qualità degli edifici profondamente intrecciata con quella paesaggistica, ambientale, dell’allevamento e della produzione.
Sempre più numerosi sono i casi virtuosi nelle Alpi che – pur percorrendo soluzioni attente alla sostenibilità economica e utilizzando materiali comuni nell’edilizia (legno, lamiere, ecc.) – pongono maggiore attenzione all’inserimento nel contesto paesaggistico, al rapporto con le preesistenze e gli edifici circostanti, all’incremento della qualità dello spazio interno con particolare attenzione al benessere degli animali attraverso il controllo della luce e dell’aria.
Uno dei primi progetti a fare della stalla un tema di architettura contemporanea è stato senza dubbio quello di Gion Caminada per le stalle Sut Vitg a Vrin nei Grigioni. Il progetto si caratterizza per una grande attenzione all’inserimento della nuova struttura nel contesto del villaggio: anziché un volume unico è stato ripartito in più corpi collegati, adagiati alla stessa quota sul pendio, al fine sia di separare le funzioni sia di rispettare le piccole proporzioni che caratterizzano gli edifici della zona. Su di un basamento rivestito in pietra a vista poggiano i tamponamenti lignei che riprendono attraverso il disegno di facciata la tecnologia tipica dello Strickbau.
Sempre dalle strutture lignee sono partiti i progettisti di Local Architecture che hanno realizzato a Lignières, vicino a Neuchâtel, un interessante edificio caratterizzato dalla reiterazione di un portale a geometria variabile che mantenendo fissa la linea del colmo, come vuole la tradizione edilizia locale, crea interessanti giochi di aperture sulla facciata principale, entrando in riverberazione con le architetture storiche delle vicinanze.


Sut Vitg

Di tutt’altro effetto è invece l’intervento dello Studio Guyan+Pally per l’Alp Puzzetta in Val Madel (Svizzera), che riprende l’impianto insediativo degli alpeggi della zona disponendo “a gradoni” sul pendio i quattro volumi principali che si presentano ermetici verso l’esterno per via del rivestimento in lamiera zincata verniciata applicata sulle murature in legno stratificato X-Lam.
Sempre dello stesso gruppo di progettisti è l’intervento di recupero filologico dell’Alp Stgegia, dove è stato possibile rimettere in funzione gli spazi dell’antica “Ziegenalp” adattandoli alle esigenze e ai requisiti igienico-sanitari attuali e attraverso un minuzioso intervento di ricucitura della tessitura muraria esterna e della copertura.


Alpe Puzzetta


Alp Stgegia

Infine, un tentativo interessante di unire la produzione casearia con la ricettività e la divulgazione scientifica è il piccolo Museo del Latte realizzato dallo studio di Enrico Scaramellini a Mese in Valtellina dove, a partire dalla riqualificazione e dall’ampliamento della vecchia latteria sociale, è stato creato un piccolo polo culturale a servizio del paese.
Roberto Dini

Per approfondire: Architettura Casearia. Progetto di un alpeggio didattico e sperimentale in Valle Varaita. Tesi di laurea in Architettura Costruzione Città, studenti: Simone Pavia, Riccardo Pozzali, relatori: Daniela Bosia, Roberto Dini, Barbara Martino.

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